il vendicatore di jess il bandito (1940)

L'inseguimento di metà film e il quasi duello del finale sono le sole cose ascrivibili al genere western, dato che il film di Lang, per lunghi tratti, assomiglia più a una farsa comica.
Il cast è di tutto rispetto, Fonda fa il suo senza strafare, il ritmo narrativo non è male e tutto scorre via alternando un sorriso a qualche momento serio, intrattenendo e coinvolgendo discretamente.

E' il primo ammiccamento di Lang con il genere western, che viene approcciato grazie ai canoni cinematografici tipici del regista; così fato, doppiezza dell'animo umano e aleatorietà della giustizia ne sono i cardini e per una volta lo humour si fa più esplicito e non nascosto tra le pieghe del racconto ( si veda ad esempio la scoppiettante seduta in tribunale ). La presenza della debuttante Tierney dona un pò di grazia a una pellicola che si lascia guardare sì ma che rimane un'opera secondaria nella produzione langhiana e che non ha per intenderci la stessa valenza visiva del successivo e bellissimo Rancho Notorious né tanto meno un personaggio memorabile ( com'era quello della Dietrich ) che ne governi l'azione.

Non è uno dei miei film preferiti di Lang, tuttavia è una pellicola interessante perchè pur mantenendo le tematiche del regista, lo stile è meno cupo di altre sue pellicole. La giustizia regolata da codici e leggi viene quasi ridotta ad una farsa (esemplare tutto il processo) rispetto ad un contesto, il selvaggio West, dove vige ancora una giustizia sommaria dove altri codici, come quello della vendetta, è ancora dominante. siamo lontani dalla brutalità di Furia e Sono innocente. Il protagonista riesce a mantenere una certa purezza, determinata più dal caso che dalla propria volontà. Chiedere giustizia e cercare la vendetta sono concetti molto vicini fra loro. Un western molto atipico tanto da sembrare tale, un ibrido che malgrado i difetti vale la pena di vedere.