john rambo (2008)

Duro, crudo e ... realistico. Ottimo ritorno di Rambo dopo il mitico primo episodio ed i due successivi, riusciti solo in parte. È nettamente più realistico dei suoi tre predecessori con uccisioni e squartamenti impossibili da sopportare per le persone sensibili.

Il film racconta una storia vera, ovvero lo sterminio e la soggiogazione del popolo birmano da parte di un regime al potere da cinquant’anni e foraggiato dal governo cinese. Le scene sono state giustamente girate in modo realistico per denunciare la drammatica situazione in quel martoriato Paese. La trama è forzatamente semplice, l’obiettivo non era quello di crearne una elaborata, ma offrire uno spettacolo di lotta, uccisioni e sparatorie tipiche di Rambo: anche se l’obiettivo è stato pienamente raggiunto una maggiore cura sarebbe stata auspicabile.

Se nel primo Rambo il messaggio era che la violenza non porta a nulla sempre e comunque e nel secondo e terzo atto non ci sono messaggi interessanti, in questo quarto capitolo si cambia e si vuole far credere che per risolvere le cose serve la violenza. Chiaramente è poco auspicabile, ma nella realtà attuale ed in certe e specifiche situazioni è difficile dargli torto.

Chiaramente tutto il film si basa su Rambo e Stallone riesce a riportarlo in modo efficace sullo schermo nonostante i suoi 62 anni suonati, è stato bravissimo a girare quelle scene tenendo conto dell’età avanzata. Poiché il film gira attorno a Stallone gli altri attori hanno ruoli che non riescono ad essere evidenti e nessun attore, la Benz compresa, riesce a far emergere il proprio personaggio, ma se devo dire il nome di un attore degno d’essere citato allora vado con Marsden, che interpreta schoolboy.

Belli le citazioni “vivere per niente o morire per qualcosa” e “quando vieni spinto a farlo, uccidere è come respirare”.

Purtroppo il film è un po’ corto, un’ora e mezza scivolano via troppo velocemente, ma bastano per rivedere un buon Rambo ancora in azione.