la fiera delle illusioni (1947)

un ottimo film, che riesce ad intrattenere con una storia interessante e ben orchestrata, capace di mostrare come anche i furbi alla fine possano incontrare qualcuno di più furbo che lo possa rovinare.
ottima prova registica ma sopratutto attoriale di un Tyrone Power che con questo film cerca di scrollarsi di dosso il ruolo dell'avventuriero senza macchia che aveva sempre contraddistinto e lo aveva intrappolato, secondo me riuscendo ci alla grande e dimostrandosi un attore versatile e di gran talento.
un piccolo gioiello da riscoprire, che avrebbe avuto magari anche voto maggiore se non fosse per un finale all'acqua di rose che annulla il senso del racconto, un commento sotto mi conferma che è stato imposto dalla produzione, peccato, si vede ache ai tempi il lieto fine era imprescindibile.

Film interessante per buona parte della durata, con intrighi e personaggi ben caratterizzati che però perdono di efficacia nei 30 minuti finali dove si incappa in banalità troppo artificiose e ingenuità che non mi hanno convinto per nulla.
Peccato, perchè l'incipit era interessante e la recitazione davvero intensa e credibile ed è solo per questo che LA FIERA DELLE ILLUSIONI riesce a portare a casa un voto dignitoso.
Occasione mancata per un semi capolavoro.

ATTENZIONE SPOILER PRESENTI

Parto per una volta dalla fine per dire quanto mi abbia infastidito quel finale posticcio da tarallucci e vino imposto dalla produzione e che stona con il resto del racconto. Un vero e proprio smacco per questa cupa parabola sulle bassezze umane così splendidamente condotta da Goulding che fagocita in sè le lezioni di Maestri come Lang ( "La leggenda di Liliom" ) e di Tod Browning per renderle più moderne e anche spettacolari. Uno dei lavori che segna la "riscossa" professionale di un attore fino ad allora non troppo valorizzato sul versante drammatico come Tyrone Power, qui viscido e fascinoso imbonitore da fiera senza scrupoli nè morale. Un'opera pregna di un'atmosfera malata a tratti insostenibile che contribuisce a rendere emblematici i personaggi che la popolano. Da vedere insomma.

Un film molto cupo sulla capacità di riuscire a manpolare le persone con l'inganno delle false sicurezze e dal fascino un po' perverso degli spettacoli circensi. Ci sono trati comuni negli individui, espierienze che più o meno abbiamo vissuto che sono come delle falle in cui predicatori e ciarlatani possono insinuarsi. Ottimo inoltre l'accostamento fra lo spettacolo di magia del prestigiatori e la psicanalisi con le sue elucubrazioni: ci fanno sentire protetti e confortati, come soddisfano le nostre esigenze e i nostri problemi. Aspetti inquietanti ben sottolineati dall'eccellente fotografia in bianco nero e molto buona l'intepretazione di un Tyrone Power in un ruolo inusuale e scomodo rispetto ai suoi standard.