la mummia (1999)

Ciò che emerge da un arido deserto di sabbia, o più precisamente dal deserto più grande al mondo, il Sahara, è un oasi con tanto di palma e laghetto: un posto dove riposarsi e rilassarsi.
Questo pilastro del regista, Stephen Sommers, celebre per la creazione di questa avventura, ricrea un film spassoso e godibile fino alla fine, ambientandolo in Egitto.
Colonna portante per lo sviluppo del film è il prologo: un'antica leggenda su un sacerdote del faraone, Imhotep, maledetto e seppellito vivo dopo aver sedotto la regina Anck Su Namun, colpevole dell'omicidio dello stesso faraone, Seti I. Tale leggenda viene custodita e segregata dalla tribù nomade degli Horas per impedire a tutti coloro di risvegliare dal perenne sonno una mummia in cerca della sua amante e capace di procurare la piaga più grande dell'intera storia dell'umanità, fino ad oggi…
1923 un gruppo di profanatori di tombe verrà calamitato dai misteriosi fenomeni che avvolgono le antiche rovine di Hamunaptra, mitica città dei morti, e delle sue antiche leggende…
Solida avventura tra le dune dell'Egitto, all'insegna di magnifiche evocazioni faraoniche e delle sue usanze, che saranno strumento di una storia convincente e ben strutturata. A fare da maglia a questa sarcastica avventura è appunto l'ironia che si adegua perfettamente allo stile intraprendente della pellicola, con scene irriverenti che si dilungano per tutto il film.
Ambientazione ed effetti scenici più che buoni (pensare che si sta parlando del "lontano" 1999), che sanno riprodurre le antiche ed odierne vicissitudini egiziane.
Questa perla ricordata e blasonata da molti, sa ripagare la giusta fiducia che gli si da, promette humour, azione e spettacolarità ed un pizzico di macabro.
Bravissimi tutti gli attori, a ricoprire perfettamente il loro ruolo: dallo svampito all'antagonista
Con ciò Sommers sa dimostrare così, che anche non forzando troppo la storia e scendere troppo nel particolare, si riesce a ricavare un'avventura originale nata da un leggendario sogno.