la rosa bianca - sophie scholl regia di Marc Rothemund Germania 2005
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la rosa bianca - sophie scholl (2005)

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locandina del film LA ROSA BIANCA - SOPHIE SCHOLL

Titolo Originale: SOPHIE SCHOLL - DIE LETZTEN TAGE

RegiaMarc Rothemund

InterpretiJulia Jentsch, Alexander Held, Fabian Hinrichs, Johanna Gastdorf, André Hennicke, Florian Stetter

Durata: h 1.57
NazionalitàGermania 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

•  Altri film di Marc Rothemund

•  Link al sito di LA ROSA BIANCA - SOPHIE SCHOLL

Trama del film La rosa bianca - sophie scholl

Monaco, 1943. Mentre la guerra di Hitler devasta l'Europa, un gruppo di coraggiosi giovani universitari decide di ribellarsi al nazismo e alla sua disumana macchina da guerra. Nasce così la "Rosa Bianca", un movimento di resistenza al Terzo Reich. Sophie Scholl è l'unica donna che si unisce al gruppo; una ragazza come tante, che il tempo matura in una combattente audace ed impegnata. Il 18 febbraio 1943, Sophie ed il fratello Hans vengono scoperti ed arrestati mentre distribuiscono volantini all'università. Nei giorni a seguire l'interrogatorio di Sophie da parte di Mohr, ufficiale della Gestapo, si trasforma in uno strenuo duello psicologico. La ragazza mente e nega, ricorre a strategie e provocazioni, sembra cedere e si riprende con rinnovata forza, arrivando quasi a disarmare il suo avversario. Le prove schiaccianti, la confessione, e l'ultimo disperato tentativo di proteggere il fratello ed i compagni della Rosa Bianca. Colpito dal suo straordinario coraggio, Mohr le offre una via d’uscita, ma ad un costo: tradire i suoi ideali. Sophie rifiuta l'offerta...

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Voto Visitatori:   7,49 / 10 (45 voti)7,49Grafico
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Voti e commenti su La rosa bianca - sophie scholl, 45 opinioni inserite

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Febrisio  @  02/01/2010 13:35:58
   7½ / 10
Interessante squarcio di una guerra che non vedremo, ma di cui ne sentiremo le pesanti conseguenze idealistiche estreme dei loro protagonisti. Ottime le intepretazioni e discorsi sui quali il film si regge, avvolte da una buona regia e scenografie scarne. Nota dolente per il calo di alcuni dialoghi in cui si perderà un pochino l'attenzione. Finale che sboccia in un sentimentalismo di cui il film ne era privo sfoggiando per un ora e mezza le due scuole di pensiero contrapposte. Una visione che consiglierei a chiunque per dimenticare quanto la mente di un'uomo possa essere assurda e manipolata da stupide parole. Le leggi possono cambiare, la coscienza no.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/01/2010 13.36.57
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paride_86  @  06/12/2009 15:23:52
   6½ / 10
Storia di una ragazza appartenente al gruppo cristiano "La Rosa Bianca", giustiziata dai nazisti per propaganda contro il Reich. E' un film molto toccante che, però, non riesce mai a decidersi tra la storia individuale di Sophie Scholl e quella collettiva del gruppo cristiano contro il brutale regime nazista.
Un "errore" presente nel film, inoltre è la presunta contrapposizione tra cristiani (buoni) e atei (i nazisti): si tratta di una generalizzazione piuttosto grossolana perché, se è vero che i nazisti non erano certo dei ferventi credenti, è vero pure che proprio i membri delle varie chiese cristiane aiutarono molti di loro a scappare in Sud America a guerra finita.

5 risposte al commento
Ultima risposta 04/02/2010 01.08.45
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norah  @  11/12/2005 16:21:29
   7 / 10
Marc Rothemund ci racconta il periodo nazionalsocialista, dal punto di vista di Sophie: una ragazza "forte nello spirito, ma tenera di cuore" ,membro del movimento pacifista "La rosa bianca".
Il film si divide in tre parti, dopo un brillante inizio (i due fratelli che distribuiscono volantini negli splendidi interni dell'università di Monaco) assistiamo al nucleo principale della pellicola: il confronto fra Sophie e l'ispettore, per arrivare al processo-farsa al quale saranno sottoposti.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più, non so… Il regista avrebbe potuto mostrarci anche il vissuto degli altri ragazzi; resta comunque un film da vedere, perché basato su fatti realmente accaduti, e recitato divinamente da attori di altissimo livello.

3 risposte al commento
Ultima risposta 13/12/2005 17.32.59
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kaolino  @  27/11/2005 23:30:09
   9 / 10
Vero cinema, un film storico perfettamente recitato al di là di qualsiasi moda e manovra commerciale...

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/05/2006 19.15.22
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  14/11/2005 10:02:43
   6 / 10
Dopo la piacevole sorpresa di un recente film tedesco ('La caduta'), eccone un altro che scava nelle ferite del popolo tedesco: il dramma di una follia collettiva ancora non sanato.
In questo caso però, nonostante il messaggio forte e assolutamente condivisibile, il film non mi convince e la sensazione di una furba operazione 'strappalacrime' è forte.
Forse più adatto ad una rappresentazione teatrale che al grande schermo.

3 risposte al commento
Ultima risposta 12/12/2005 21.41.01
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phoenix74  @  13/11/2005 09:22:45
   8 / 10
un gran film che sara' premiato di sicuro agli oscar del 2006.
Grande interpretazione di Julia Jentsch

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/11/2005 22.13.33
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/11/2005 01:02:37
   8 / 10
"Freiheit"
Vedendo questo film ho pensato che si puo' raccontare la verità senza incorrere in imbarazzanti compiacimenti, come è purtroppo accaduto per esempio a "la notte delle matite spezzate". E magari ho compreso perchè "Rosenstrasse" di M.V. Trotta era tanto insopportabile.
Marc Rothemund riesce a evitare splendidamente molti clichè e realizza un'opera volutamente statica che pero' ha il dono raro di esprimere un'enorme vitalità di pensiero. Film sulla coscienza che recita col potere più grande dell'umanità, il dono della parola. Merito dell'ottima sceneggiatura e dei vigorosi dialoghi, che riescono a far lievitare anche l'estenuante lunga parte dell'interrogatorio tra Sophie e il suo inquisitore (Mohr): sorta di giostra kafkiana tra vittima e carnefice (l'eccezionale Alexander Held), vinta dall'opportunismo servile del medesimo, questa parte centrale risulta pero' indebolita da un'eccesso di demagogia (quando Sophie revoca il dramma dell'Olocausto e dell'eutanasia dei malati di mente non riesce a essere credibile). Ma cio' che lascia il film, pur tra i suoi difetti di forma e il ricorso a qualche facile manierismo (il buio durante le esecuzioni) è qualcosa che va ben al di là della semplice testimonianza cinematografica di un atroce passato. Inanzitutto, è un film che ubriaca davvero per la sua sincerità, e riesce miracolosamente a sottrarsi a tutto il percorso tradizionale sul tema "destini di donne", anche quando il timore di fare dell'eroina una Giovanna D'Arco del xx sec. è decisamente fondato. Ma è anche un'operazione che mette in rilievo lo stoico idealismo della protagonista, interpretata da una Julia Jentsch di cui sicuramente sentiremo parlare ancora in futuro: Sophie che lotta per proteggere il fratello, Sophie che pensa al destino degli altri e non (solo) al suo. Sophie ora fredda e impassibile, ora incapace di reggere la sua flemma, ora capace di piangere, o di contestare un processo-farsa con l'invettiva più audace "finirete voi stessi al posto mio".Ma soprattutto, è una grandissima lezione di regia: se Rothemund è stilisticamente imperfetto, è dotato di una personalità non comune. Basterebbe la sola sequenza iniziale all'università, o verso la fine, l'abbraccio struggente tra i tre imputati, in quel silenzio brutale che è la difesa assoluta della propria coscienza/anima, per comprenderlo. Tuttavia il talento del regista si nota soprattutto nelle sequenze in carcere: le conversazioni con la compagna di cella Else, affine per una battaglia sociale in comune, e quel tardivo bisogno di liberazione all'indomani dei primi attacchi aerei prima della liberazione dal nazismo. E' indubbio che qualcosa di Robert Bresson emerge in certe immagini, l'uomo che comunque ha dato voce nel cinema alle parole ma soprattutto ai gesti.

"Le leggi cambiano, la coscienza no"

Lasciate da parte ogni riserva sulla presunta staticità dell'insieme, questo è un film che DEVE essere visto. Anche un finale quasi classico, à la Schindler's list, non toglie nulla al potere invasivo del coraggio di questa donna, quando le sue mani intrecciate indicano l'ansia a dover trasmettere durante l'interrogatorio la grande consapevolezza della propria scelta, lucida anche quando sa di mentire. Sono costretto a ripetermi: l'abbraccio che sancisce l'alleanza verso un mondo migliore , bruscamente interrotto dal suo epilogo, è uno dei momenti piu' toccanti del cinema europeo degli ultimi anni

2 risposte al commento
Ultima risposta 09/08/2006 00.48.51
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  01/11/2005 01:18:35
   7 / 10
Dopo oltre mezzo secolo di pudore la Germania rispolvera il proprio infausto passato e lo fa con film sino ad ora sempre all'altezza, dei quali LA CADUTA a mio giudizio rimane tutt'oggi il migliore. Questo LA ROSA BIANCA ha un buon inizio e, come ha scritto Nextam, un decollo finale, mentre la parte centrale, seppur mai noiosa, sembra troppo portata a cercare l'applauso dello spettatore ed è roimanzata all'eccesso.
Insomma, un bel film, ma troppo confezionato e patinato, e ad un certo punto sembra proprio una pellicola realizzata sì per lanciare un messaggio, ma anche per essere candidata all'oscar: cosa che è puntualmente successa (ed è probabile che come miglior film straniero l'oscar se lo aggiudicherà). Bravi i protagonisti.

9 risposte al commento
Ultima risposta 18/11/2005 22.11.13
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