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Partendo da uno dei fiori all'occhiello di Milano, La Scala, Olmi sembra fare un percorso che vada in direzione diversa da quella che poi sarebbe stata la cosiddetta Milano da bere. Milano è vista nella sua ritualità quotidiana di gente che va al lavoro con i mezzi, ragazzi che vanno a scuola e momenti di divertimento. Una Milano non riconoscibilissima in cui Olmi evita immagini cartolinesche o contemplative. Milano è come un corpo pulsante di mezzi e persone che ne costituiscono linfa e sangue, facendola vivere nel bene e nel male. Bellissimo e da riscoprire.
Viaggio ipnotico in una Milano lontana e arcaica in perenne movimento e proiettata nel futuro, proposta così com'è senza nessun commento fuori campo ma accompagnata dalle splendide musiche di Mike Oldfield e da Vacanze Romane dei Matia Bazar; a parlare è la città e i suoi abitanti. Bella la scena dei tifosi al Meazza alternata con immagini di armature come a sostenere che i nuovi soldati sono gli Ultras, e mentre questi esplodono petardi e botti in curva c'è un' aereo che sorvola lo stadio che con il montaggio sembra che stiano simulando una battaglia. Nei primi minuti non gli avrei dato una lira poi si fa coinvolgente, con una sua aria vitale e poetica.