La giovane hacker Lisbeth Salander e il giornalista Mikael Blomkvist si ritrovano intrappolati in una rete di spie, criminali informatici e funzionari governativi corrotti.
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Storia di abusi famigliari che fa maturare un senso di rivolta contro gli uomini che esercitano violenza sulle donne: tema caldo dell'attualità, spesso superficialmente trattato, ma almeno si partiva da premesse politiche-sociali definite. Poi il film butta via tutto, diventa un action totalmente improbabile, tutto inscritto dentro logiche narrative e spettacolari tipiche di Hollywood (anche se girato in Europa) e con un susseguirsi di cavolate che progressivamente scadono nell'imbarazzo difficile da sostenere. Non c'è veramente nulla da dire, Alvarez riconferma quanto già fatto vedere in un film poco comprensibilmente celebrato come "Man in the Dark": lui mette in scena e basta. Non ha altro da dire, non ha poetica, non c'è profondità nè nei personaggi né nel suo cinema, tutto superfici, azione, adrenalina. Magari accontenta più di qualcuno, ma qui siamo ben oltre i limiti della sospensione dell'incredulità.
Bah, la sceneggiatura lascia molto a desiderare e non spicca di certo per originalità. Colonna sonora niente male, accompagna bene il ritmo e lo sviluppo tutto sommato coinvolgente nonostante vi siano delle esagerazioni evidenti. Attrice protagonista bravina ma non sempre sul pezzo. Storia che parte bene ma che si perde man mano arrivando ad essere prevedibile. Mediocre.
Questi film non mi prendono proprio, tra spie e hacker il sonno lesto viene. Perlomeno c'è qualche discreta sequenza action, niente di fenomenale, ma quel che basta per arrivare alla fine senza scomodare troppi santi.
L'Alvarez che mi aveva sorpreso positivamente con alcuni horror stavolta propone una minestra gia' riscaldata da altri per riportare in scena il mondo dell'Hacker Lisbeth. Oltra a cambiare il cast (nuovamente), questa volta cambia anche l'autore da cui viene estratta l'avventura, si tratta infatti di un episodio slegato dalla precedente trilogia scritta da Stieg Larsson. Quantomeno non annoia.
Il voto è influenzato dal fatto che ho letto il libro. Non ha quasi nulla in comune con l'opera cartacea oltre alla mancanza di Noomi Rapace. Anche il finale è diverso. Ha quantomeno il pregio di non annoiare tanto.