patagonia (2023)

Crudo e affascinante, anche interessante, ti incolla alla poltrona, pur non avendo una vera trama ma solo profondità.

Gran bell'esordio alla regia del giovane Bozzelli che mette in scena dinamiche inter-personali raramente trattate nel cinema italiano odierne: lo schiavo e il padrone, il sottomesso e il dominante. Ma chi è che davvero domina chi? Chi si mette "sotto" è davvero inferiore... o è effettivamente lui a tenere in mano le redini del gioco?
Il contesto poco raccontato dei rave party (raccontati con dolcezza, senza pregiudizi) rende il tutto ancora più sporco ma affascinante.
Il film ha delle pecche, certo, soprattutto nel personaggio protagonista di Yuri, a volte scritto e interpretato male: a volte sembra avere ritardi mentali, altre volte è capace di ragionamenti molto lucidi e spiazzanti. Un dualismo che non risulta coerente e che denota idee non proprio chiare. Ago sembra più definito ma, allo stesso tempo, il suo personaggio non ha il giusto fascino (eccitante ma luciferino allo stesso tempo) e il loro rapporto non scava mai nell'erotico e nella tensione sessuale come avrei voluto. Non c'è una loro vera e propria evoluzione, non c'è un ribaltamento in grado di scavare davvero nei loro animi... Non c'è uno schiaffo di Yuri al suo ragazzo/padrone.

Eppure è un film che mi ha tenuto incollato alla poltrona per l'amore con cui ha messo in scena questi personaggi e ambientazioni singolari.