A Palermo, nel l936, l'impiegato Tommaso Scalia ha ucciso la moglie, un superiore e un collega. Al processo, lo aspetta dunque la condanna a morte, ma il giudice a latere Vito Di Francesco riesce, contro l'opposizione di tutti e con la comprensione di un solo giurato, ad impedire una sentenza che egli considera altrettanto barbara che l'omicidio. Ne avrà, inevitabilmente, la carriera stroncata.
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