restore point (2023)

Mmm, non mi ha convinto. Il film vira molto sul poliziesco e poco, molto poco, sulla componente strettamente fantascientifica. Inseguimenti costanti e poca sostanza di un soggetto già di per sé non originalissimo. Sufficienza solo per la biondazza protagonista, altrimenti sarei stato un po' più severo.

Mescola vari cliché del genere, l'idea di base è particolare, personaggi un po' stereotipati e intreccio che, da un certo punto in poi, può diventare intuibile ad un pubblico particolarmente smaliziato. Atmosfere noir/poliziesco/fantascientifico tra Minority Report e BladeRunner, effetti speciali al servizio dell'ambientazione: senza essere invadenti trasmettono bene l'idea di trovarsi in una realtà del futuro.

SPOILER
Insomma, non un capolavoro, ma nel complesso regge molto bene.

Nel 2041 viene garantito costituzionalmente il diritto a vivere una vita intera e di poter essere ripristinata nel caso che la morte non avvenga naturalmente, grazie ad una tecnologia di ripristino tramite l'ausilio di un backup del cervello che deve essere aggiornato ogni 48 ore. Uno spunto del genere già è sufficiente per la visione di questo film ceco, che ha alla base la fantrascienza senza tralasciare generi come il poliziesco ed il noir. Le implicazioni di tali tecnologie sono quasi un prototipo di immortalità con questioni connesse come avere una seconda possibilità. Il merito di questo film è quello di approfondire abbastanza tali implicazione senza imbalsamare la narrazione che rimane piuttosto fluida nel suo complesso. Il risultato è un film che riesce ad equilibrare sia la forma che il contenuto, ovviamente tenendo conto di pietre miliari del genere come Blade Runner. Altro merito è quello di creato visivamente un futuro credibile in cui l'utopia della resurrezione convive con una realtà cupa e distopica.