resurrected (2023)

Non particolarmente originale, l'idea di far vedere l'intera storia attraverso il filtro del virtuale (videochiamate, telefonate, condivisione di schermi, desktop remoti) anche se sa di già visto (in Kimi, del 2022) è accattivante, ma dopo un po' mostra i suoi limiti.
Anche se la narrazione ha un ritmo frenetico senza annoiare, le inquadrature strette dopo un po' stancano e danno un senso di claustrofobia.
Si tiene inizialmente sui toni del giallo-thriller, per sfociare nell'horror nell'ultima parte.

Discreto horror che parte da un'idea abbastanza carina. Realizzato tutto attraverso immagini "catturate" da dispositivi tecnologici.
Parafrasando Walter Benjamin si potrebbe dire: la resurrezione ai tempi della riproducibilità tecnica.

Thriller distopico a basso budget che alla fine risulta tanto vedibile quanto dimenticabile.
Premiamo comunque l'idea di base che intriga un minimo e la prova del protagonista che nonostante i suoi limiti ce la mette tutta.
Comunque non lo consiglio.

Film in 3:4, in b/n, muti: perché allora non riesplorare pure le avanguardie storiche con il loro sperimentalismo nel montaggio? I dispositivi tecnologici forniscono tale opportunità aggirando così anche l'algoritmo delle piattaforme di streaming che cattura l'attenzione degl'abbonati iniziando con un adrenalinico piano sequenza come se questo fosse l'unico possibile virtuosismo registico. A parte la forsennata pubblicità all'Apple, il principale difetto di "Resurrected" risiede in una sceneggiatura mediocre dove più si va avanti sperando di comprendere qualcosa della distopia, della procedura di resuscitamento, del complotto, più si viene delusi. Inoltre andrebbe ricordata l'obiezione di Saramago alla base d'ogni "Lazarus Effect": "Nessuno ha compiuto tanti peccati in vita per meritare di morire due volte" ("Il vangelo secondo Gesù Cristo", p. 338).

Ci sono tutti i limiti dei film con questo tipo di format in cui la vicenda si svolge sullo schermo di un computer, tra chat, videochiamate e compagnia cantante. Bisogna dire comunque che il plot non sviscerato affatto male. Si mantiene il mistero sulla natura del procedimento del processo di resurrezione, approfondisce per quanto possibile le implicazioni sociale di una scoperta di tale portata ed in generale c'è una buona atmosfera complottista piuttosto intrigante e che soprattutto non annoia. Come puro intrattenimento si può vedere, senza pretendere chissà cos'altro.

Il plot di base non è tra i più originali ma la realizzazione appare piuttosto intrigante, anche se non tutta la storia fila nel verso giusto, mostrando dei cedimenti in corso d'opera nel ritmo narrativo e nell'uso eccessivo delle web cam che, alla fine, risulta troppo ripetitivo e monotono.
Complessivamente discreto, l'atmosfera che si respira si mantiene in bilico tra il mistico e il misterioso, regalando spunti interessanti e una visione attenta.
Non male la prova del cast.

Sebbene l'idea di base sia tutt'altro che originale

SPOILER
gli autori riescono a mostrare il tutto sotto una luce altamente innovativa. Molto merito è dato dall'idea (anche questa non originalissima) di far vedere l'intero film attraverso videochat in un interessante connubio tra fede e tecnologia - d'altronde la storia è ambientata tra qualche anno- che ovviamente si amalgama benissimo. La pellicola è molto angosciante sotto molti aspetti, non ultimo il concetto degli haker e di quello che sono capaci di fare con i nostri dati. Ma anche la potenza del Vaticano (e parlo da cattolico) e dei vari insabbiamenti del caso. Molto bella l'idea di parlare della resurrezione tanto professata dalle Sacre Scritture, ma se accadesse veramente quale sarebbero le implicazioni etiche e soprattutto sociali che porterebbe? E soprattutto le modifiche a livello anche istituzionale, come gli addetti al controllo dei peccati per scegliere i meritevoli. Non è un horror in senso stretto...ma è comunque in film che mette un bel pò di paura. Distopia allo stato puro.