Robin Hood racconterà la storia del celebre personaggio, le sue origini e la sua storia d’amore con Marian, donna forte e indipendente in grado di far superare a Robin durezze e diffidenze figlie del suo travagliato passato.
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Ho apprezzato una certa dimessa retorica (parlare di anti-retorica mi pare improprio). Trovo vi sia un buon equilibrio tra lo sguardo e il disincanto del personaggio, e il suo "eroismo" che è molto pragmatico e non troppo esaltato.
Il contesto storico in cui si è deciso di collocare la "leggenda" è attendibile e - a differenza del Gladiatore - privo di "licenze poetiche" inaccettabili.
La regia non ricorre quasi mai (mi è parso) alla computer graphic, ed è molto semplice: le sono estranei i giochi di prestigio aerei e l'enfasi epica di un Peter Jackson (solo verso la fine c'è un passaggio in volo attraverso le vallate, che ho trovato del tutto incongruente con lo stile del film). Anche l'impianto della trama è molto classico, quasi lineare, cosa che è un merito se consideriamo che oggi i blockbuster analoghi sono rocamboleschi e sovraccarichi, ma piatti. Scott è un mestierante che sa evitare la dismisura.
Insomma, non è un film di Bay...però in ogni caso, l'espressione in cui sintetizzerei il giudizio è: AUREA MEDIOCRITAS.