sangre (2005)

Potrà sembrare paradossale, ma Sangre è lo squallore esistenziale in tutta la sua gloria. Diego non è stato trascinato in tale esistenza, ma è una scelta voluta e perseverata. Convive con una donna dalla stessa indole. Giornate sempre identiche scandite dai soliti ritmi e meccanici, persino nel sesso dove lo squallore dell'atto sessuale raggiunge il suo apice. E' un uomo che non cerca nemmeno di migliorarsi, nemmeno di fronte ad una figlia tossica che chiede il suo aiuto, a cui però antepone il diniego per paura della sua compagna. Uno zerbino totale, un santo e martire del suicidio esistenziale che Escalante descrive minuziosamente, ma dilungando a dismisura il brodo, facendo vedere buone intenzioni, eccedendo nelle sottolineature. Un film deprimente nella sua cupezza e nel suo voluto immobilismo.

L'uomo dostoevskijano per eccellenza, Diego si alza, va al lavoro torna a casa, mangia, adempie ai suoi doveri coniugali guarda la televisione e dorme. E il giorno dopo ancora di nuovo, nella mediocrità più totale di un uomo la cui unica aspirazione è evitare qualsiasi cosa lo porti fuori dalla sua (stra)ordinaria routine.
Evita imbarazzato l'invito di un collega a una serata sfrenata tra uomini, cerca di evitare la figlia e i problemi che si porta, insomma uno zombie. Come Blanca, il cui unico desiderio è vivere con lui e nient'altro.
Questo è cinema ragazzi.
Scena finale indimenticabile.