sono la tua donna (2020)

Raffinato nella regia, nella fotografia, le interpretazioni, ma parecchio lentino soprattutto nella prima parte. Superato lo scoglio dell'appisolamento fortunatamente viene via via aggiunto un po' di pepe e la trama si fa più interessante e avvincente. Non ho capito perché ambientarlo negli anni '70.

Un personaggio in fuga precipitosa, cornice usuale però resa interessante dalla diversa prospettiva. Il personaggio protagonista è quella che può essere definita la "pupa" del gangster, ruolo quasi sempre marginale in molti di film di genere, ma che in questo caso acquista sempre più spessore. La guerra tra bande è vissuta solo attraverso degli eco o notizie talmente frammentarie che non offrono alcuna certezza. L'unico punto fermo è questa donna che di punto in bianco deve ridefinire il proprio ruolo, cioè svestire i panni di pupa per diventare donna a tutti gli effetti. Lasciare andare completamente la vita finora vissuta per seguire nuove e più incerte strade, ma certamente più libera ed indipendente. Fatica molto a prendere quota all'inizio, colpa di una certa prolissità descrittiva del senso di straniamento della protagonista, però nella seconda parte prende gradualmente quota, fino ad un bel finale.

L'emancipazione femminile pass'anche attraverso il diventare mogli e madri alla stregua dei loro mariti sicari: non ne sarei così entusiasta.

Mauro Lanari