una birra al fronte (2022)

Cocktail dramedy insapore, Peter Farrell fa compiere al suo Forrest Gump un percorso né divertente né catartico. Restando distante anche da "The Big Wednesday" (Milius 1983) o "Good Morning, Vietnam" (Levinson 1987), è insignificante e non ha fondati motivi per esistere.

Rispetto il precedente commento del cinefilo The Gaunt.
Mi sento di dare un voto decisamente più positivo a questo film.
Mi sono piaciute le scelte delle canzoni finalmente non le banali e anche anacronistiche spesso usate in altri film capolavori sul vietnam. Qui siamo ancora nel 67

la parte che più mi ha appassionato è l'incontro con i giornalisti e il primo scontro sul loro compito.
Russell Crowe mi ha entusiasmato.
Alcune frasi sono bellissime e mi permetto di citarne un paio senza che siano spoiler
"dalla guerra è più difficile uscire che entrare"
"fammi una favore, quando sarai a casa ... datti una lavata"
questa mi ha colpito. significa pulisci la guerra di dosso. mi ha commosso.

E comunque non era poi tanto sempliciotto il tizio se poi ha realizzato la sua vita.
gli serviva una svegliata sul mondo oltre il comodo pub di città.
E' una bellissima storia vera.

Molto bello il continuo passaggio dal tragicomico al drammatico, al genere guerra, ...

forse mi ha ricordato Flags of Our Fathers come tipo di messaggio

Il viaggio del protagonista è l'evoluzione del singolo individuo che partendo da una visuale della guerra in Vietnam da ciò che trasmettono in televisione, diventa la brutale realtà vista direttamente sul campo. Un personaggio poco dotato di cervello o almeno di un'allucinante ingenuità, però dotato di cuore. Farrelly offre delle tonalità da commedia e da situazioni assurde come solo la guerra sa mettere in mostra infilandoci un personaggio completamente fuori contesto. Si addentra più nel dramma quando Chickie vede la guerra, che non ha nulla di giusto, nè un caos controllato, ma caos e basta. E' un film tutto sommato piacevole, tuttavia prevedibile nella narrazione e nei suoi sviluppi, sia sugli eventi, sia sull'evoluzione del personaggio. E' un lavoro lineare, non brutto, ma con pochi guizzi di originalità.