uomini e lupi (1957)

La classica lotta uomo - animale viene illustrata sulle pendici dell'appennino abruzzese in un film che sembra dividersi tra avventura e melodramma in parti uguali. La prima parte, descrittiva degli usi dei cacciatori e della vita arida dei paesini montani è la più riuscita, la seconda invece pigia forte il pedale del sentimentalismo ed è quindi meno interessante. Nel complesso è una pellicola che si lascia ancora guardare, con begli scenari innevati a fare da sfondo.

Splendido film del De Santis di Riso amaro; critica sociale, amori, attrazioni fanno da contesto ad un dramma maturo immerso nella neve (che da una vera marcia in più al tutto, creando atmosfera), diretto benissimo e sceneggiato magistralmente.

Il regista non potè montarlo personalmente perchè purtroppo la casa di produzione Titanus abusò di potere imponendo tagli e ristrettezze; ad ogni modo, tenuto conto di questo particolare non di poco conto, dopo 9 anni dal capolavoro con Vittorio Gassman De Santis si riconferma un grandissimo autore.

Forse un pò troppo illustrativo, ma un ottimo film; la Mangano ancora una volta appare una grandissima professionista.

L'inverno inaridisce l'ambiente, l'aria indurisce l'anima, indi il cuore.Questo l'insegnamento più importante da poter trarre da questo mis-conosciuto film abbastanza sentenzioso, di origine, se così vi pare, antropologica ancor prima che sociologica.Come nelle vetuste liriche monodiche greche, anche qui è facilmente ravvisabile una sorta di circolarità dell'insieme che regola le vicende umane su un piano squisitamente filologico, oltre che erotico, sicchè, dall'inverno che gela le pedule e fa battere i denti, si passa, anche da un punto di vista spirituale e vitale, alla gagliarda e balda primavera, stagione non più degli (homo)lupi, ma delle rondini che volano in cielo.