warfare - tempo di guerra (2025)

Un film di guerra scritto e diretto da Ray Mendoza e Alex Garland. Basato sulle esperienze di Mendoza durante la guerra in Iraq come Navy SEAL statunitense, il film racconta un incontro che lui e il suo plotone hanno vissuto nel 2006 dopo la battaglia di Ramadi, con il caos e la fratellanza della guerra raccontati attraverso i loro ricordi dell'evento. Un film crudo, viscerale e realistico sulla guerra moderna, raccontata in tempo reale, in un'unica ambientazione e basata sui ricordi di coloro che l'hanno vissuta. L'inizio può essere lento, ma dato il fedele realismo delle scene, ciò appare naturale e necessario. L'intero cast è eccezionale nel trasmettere il dolore e la disperazione di situazioni così strazianti, e il lavoro di ripresa è così coinvolgente che non si può fare a meno di sentirsi intrappolati lì accanto a loro. È un'esperienza cinematografica notevole, non adatta ai deboli di cuore. La tensione è implacabile, lasciando lo spettatore ansioso e senza speranza, come se non ci fosse via d'uscita. Non ci sono eroi di guerra o avventure epiche qui. In realtà, non c'è nemmeno una storia convenzionale: solo la cruda verità della guerra e degli orrori sanguinosi che comporta, resi quasi come un documentario. Il sound design è allo stesso tempo mozzafiato e terrificante, una raffica di spari ed esplosioni che merita grandi elogi. E l'assenza di una colonna sonora è assordante nel suo impatto. Questo film lascia un segno emotivo ben oltre i titoli di coda. Brutalmente onesto e profondamente inquietante. Mi rendo conto che comunque il film a molti non piacerà perchè particolare nella sua messa in scena e molto diverso dai soliti film di guerra. In parte mi ha ricorda Black Hawk Down.

Autobiopic semidocumentaristico e iperrealista stranamente diretto da Garland e meno stranamente distribuito dall'A24, un war movie che non è affatto "l'orrore bellico" (Francesco Parrino) o "una sconvolgente esperienza audiovisiva" (Andrea Chimento). "Il giudizio finale appartiene al corpo: si esce scossi, forse irritati, forse ammirati" (Marco Tedesco). Forse soprattutto indifferenti. In alternativa si può sempre accendere la TV s'un canale all-news.

La follia della guerra nuda e cruda, senza fronzoli, senza censure, senza sconti per nessuno. Realismo estremo, taglio quasi da documentario, fatti reali.
Parte lento: nella prima mezz'ora, ci si ambienta, se così si può dire, nel contesto quotidiano dei soldati,
Poi comincia l'inferno, letteralmente. Rientra nell'ora e mezza canonica, ma di continua tensione.

Un documento eccellente, che sottolinea l'orrore di guerre assurde.

"Warfare" non racconta nulla di nuovo, ma ogni tanto è giusto ribadire l'orrore della guerra. Dopo il prologo è evidente che è solamente la quiete prima della tempesta, con un'ansia invisibile sempre più crescente. Garland e Mendoza si sono voluti concentrare esclusivamente sul realismo, lasciando praticamente perdere il contesto, scelta legata probabilmente ad un budget non esagerato, lanciandosi in 90 minuti secchi di durata.

Una squadra di cecchini dei Navy Seals si infiltra in una zona di Ramadi per dare copertura ad una successiva infiltrazione di forze militari statunitensi. Vengono scoperti ed assediati in un caseggiato, subendo feriti gravi da chiedere l'evacuazione. Il film di Garland rifugge qualsiasi deriva epica dell'azione, non c'è colonna sonora a commentare gli eventi, ma la tensione è palpabile perché avviene più o meno quasi in tempo reale. La guerra in una versione più realistica possibile che non fa sconti ad urla, viscere ed arti straziati. Non c'è esaltazione ma la cruda realtà che può cambiare da un momento all'altro in cui ogni decisione può comportare la vita e la morte. Una ricostruzione cinematografica che si basa sui ricordi di chi ha vissuto in diretta quell'esperienza.