westworld - dove tutto e' concesso - stagione 3 (2020)

Questa stagione è debole, senza dubbio e per svariati motivi. E' coraggioso il tentativo di inserire Westworld nel mondo reale, ma la stessa Westworld era una base sicura delle prime due stagioni e qui le basi sono d'argilla senza il contesto del parco. La tematica del libero arbitrio e del controllo si trasferiscono nel reale. Gli uomini stessi sono a loro volta controllati, i destini predeterminati. Come i robot di Westworld. Purtroppo i personaggi già abbastanza appiattiti in alcuni casi nella seconda stagione, subiscono un ulteriore peggioramento. Dolores sembra un disco incantato, più eroina action che punto di vista filosofico, stesso discorso per Maeve, altro disco incantato, mentre Bernard percorre strade parallele all'architrave centrale dove il nuovo personaggio di Caleb di Aaron Paul naufraga senza se e senza ma. Dalla prima all'ultima puntata vaga in un limbo cui forse lo stesso attore non trova il modo da venir fuori, meglio il Serac di Cassel, villain credibile. Una stagione dove le tematiche del parco sono applicati fuori da esso, ma non hanno lo stesso fascino pur mantenendo un livello di scrittura appena sufficiente, ma nulla a che vedere con le prime due stagioni. Un serie che si è impantanata anche se le premesse della quarta stagione fa bene sperare.