C’è rimasto ben poco da esultare, e anche il ricordo nostalgico dell’Italia liberata, del valzer e del caffè cantato da De Gregori,
non basta più a consolare l’orgoglio ferito.
Tre escort vestite nelle tinte del tricolore sono posizionate una di fianco all’altra, pronte a ricevere le prestazioni di una classe politica indifferenziata e sodomita. E’ questa l’immagine più rappresentativa a cui una commediola impregnata di populismo come
Viva l'Italia ricorre per descrivere il malcontento contemporaneo. Poco importa che la casualità abbia indicato negli attori, chiamati ad interpretare la vergogna delle raccomandazioni, il volto di Raoul Bova, prestato da quando è in fasce ad una professione che gli è congenitamente inadatta, della tuttofare Ambra Angiolini, sprovvista di un particolare sapore ma aggiunta come il prezzemolo abbondantemente in ogni piatto, e di Alessandro Gassman, il cui cognome ogni volta ci ricorda quanto siano frequenti i casi di omonimia nel nostro paese. E poco importa se Massimiliano Bruno prima si schiera dalla parte dei precari e con loro si commuove, ma poi rivendica la dignità di chi si è fatto strada con le spintarelle; se prima si accanisce brutalmente con Michele Placido affidandogli lo spietato ritratto di un Onorevole ammiccante al Cavaliere, malato e abbandonato da tutti, e poi (se la statuetta del Duomo avesse colpito più su?) lo converte rendendolo Grillino, nella versione più ottimista e caritatevole. L’Italia in fondo è così, patria del voltagabbanismo e misto di ipocrisie e connivenze, e di ideali venduti al miglior offerente.
Peccato che nel calderone poliprospettico, che vorrebbe essere la giustificazione di una situazione attuale che solo i libri di storia postumi potranno sedare, le (a volte brllanti) punte grottesche rendano grotteschi e superficiali anche i problemi per cui ci siamo inginocchiati, buttando tutto in caciara allo stesso modo con cui il
Mutande pazze di Roberto D’Agostino si approcciava alla seria minaccia del neonato potere televisivo.
Finendo, nel caos generale mascherato dalla risata, per assolvere tutti.
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