Vero nome: Jean Edmond Dujardin
Luogo di nascita: Rueil Malmaison - Hauts De Sein - Francia
Data di nascita: 19/06/1972
Altezza: m 1,82
Ha fatto man bassa di premi, ha messo fuori gioco attori molto più quotati di lui, snobba Hollywood, coltiva un orto in Francia ed ha una moglie molto gelosa.
Stiamo parlando di Jean Dujardin, l'attore francese che per primo è riuscito a regalare ai suoi connazionali la mitica statuetta dello zio Oscar. Impresa che non era riuscita a nessuno prima di lui, né ad Alain Delon né a Jean Paul Belmondo e neppure a Gerard Depardieu.
Dujardin infatti è stato il primo attore francese ad essere premiato come miglior protagonista dall'Academy, che raramente concede questo onore a un divo non di madrelingua inglese (Charles Boyer è stato premiato con l'Oscar, ma alla carriera, nel 1943 e Maurice Chevalier ha vinto un Oscar onorario nel 1959).
La cosa più sorprendente è che né lui e neppure la critica erano convinti della vittoria, tanto che, quando ha sentito il presentatore pronunciare il fatidico "The winner is Jean Dujardin", la prima che è riuscito a pronunciare è stata un sonoro "putain".
Espressione un po' forte,che poi ha mitigato aggiungendo un più contenuto "formidable, merci, je vous aime", ma sicuramente efficace per descrivere la sorpresa, ma anche la soddisfazione per un successo tanto inaspettato quanto gradito.
Del resto ad essere scettici, non solo della vittoria ma persino della realizzazione di un film praticamente privo di dialoghi nell'era del 3D, non era solo il Dujardin, ma in molti in Francia non avrebbero scommesso un euro al folle e ambizioso progetto di Michel Haznavicius, il regista che aveva due sole certezze: realizzare un film sul cinema muto che si sarebbe intitolato "THE ARTIST" e che ad interpretarlo sarebbe stato quell'attore ancora semisconosciuto che rispondeva al nome di Jean Dujardin.
Solo lui, infatti, era convinto Haznavicius, con la sua mimica facciale, poteva interpretare il ruolo di un divo di tanti fa, quando la recitazione era esclusivamente istintuale e un attore doveva essere in grado con la sola gestualità di saper esprimere tutta la gamma dei sentimenti che la situazione del momento richiedeva.
E così, vestiti i panni dell'attore del cinema muto George Valentin, Jean Dujardin in breve tempo e in maniera folgorante è riuscito nell'impresa di arrivare dove molti suoi colleghi darebbero l'anima per arrivare, perché tutti quelli che fanno questo mestiere prima o poi si identificano, o cercano di identificarsi, con uno dei grandi artisti del passato.
Alto, dinoccolato, sorriso affascinante, un velo di barba incolta sulle guance, Jean Edmond Dujardin al primo sguardo sembra incarnare il cliché del comico d'oltralpe, ma basta un sorriso, una cravatta allentata ed ecco apparire uno dei migliori artisti francesi degli ultimi anni.
Nato il 19 giugno del 1972 a Rueil-Malmaison (un comune alla periferia ovest di Parigi) nel dipartimento dell'Hauts-de-Sein della regione dell'Iles de France, il futuro attore, dopo aver trascorso la prima giovinezza nelle Yvelines, si è diplomato in filosofia e arti visive, prima di cominciare a lavorare come fabbro e vetraio nell'impresa di costruzioni edili della famiglia, in compagnia del padre, Jacques Dujardin.
Raggiunta la maggior età, però, ha dovuto interrompere la professione per svolgere il servizio militare, obbligatorio allora in Francia.
Ed è, appunto, sotto le armi che il giovane Jean scopre di avere un ottimo talento comico, quando comincia ad intrattenere e far divertire i suoi commilitoni con barzellette e piccoli sketch che lui stesso si dilettava a scrivere.
Tornato alla vita civile si trasferisca a Parigi, dove comincia a scrivere monologhi umoristici per poi recitarli nei bar e nei piccoli teatri della capitale francese.
Qualche tempo dopo, insieme ad alcuni attori (Eric Collado, Emmanuel Joucla, Eric Masset e Bruno Salomone) conosciuti nel teatro Carré Blanc, fonda il gruppo "La bande du Carré Blanc", che in seguito cambierà il nome in "Nous C Nous", con cui realizzerà diversi spettacoli comici e la parodia delle Boys Band, molto popolari a quel tempo.
Successivamente il gruppo comincia a partecipare regolarmente al programma televisivo "Fiesta", trasmesso sul canale France 2, poi tra il 1997 e il 1998 al talent show "Graines de star" su M6.
Quando il gruppo si scioglie, Dujardin e Bruno Salomone continuano a collaborare scrivendo alcuni brevi sketch per il programma di France 2 "Farce attaque".
La frequentazione televisiva gli regala in patria una discreta popolarità, che si fa più consistente quando, tra il 1999 e il 2003, viene scelto per interpretare la miniserie tv "Un gars, une fille", accanto ad Alexandra Lamy, che più tardi diventerà sua moglie.
Il successo si prolunga per quasi 500 episodi (tutti piccoli sketch di pochi minuti su una coppia di giovani trentenni, versione francese del nostrano "Love bugs") con una formula vincente fatta di umorismo e semplicità, che in breve gli aprirà le porte del cinema.
Il debutto sul grande schermo, dopo il corto "A l'abri des regards indiscrets" e alcune piccole partecipazioni in "Ah! Se fossi ricco", "Tutte le fille son fille", "VENDETTE DI FAMIGLIA" e altri titoli che non hanno mai trovato distribuzione in Italia (come la maggior parte degli altri suoi film pre Oscar), avviene nel 2004, quando la regista Valerie Guignabodet lo sceglie come interprete principale del suo film commedia, "MARIAGE!", cui segue la partecipazione al film "BRICE DE BRICE", incentrato sul personaggio, da lui interpretato negli sketch tv con i Nous C Nous, del surfista teppistello con ciuffo ribelle e maglietta aderente della Nike (idolo degli studenti francesi), che nel mare di Nizza fa il verso ai cercatori di onde di Point Breack.
Ma è nel 2007, quando incontra il regista Michel Haznavicius che la sua carriera di interprete cinematografico decolla definitivamente.
Il regista franco-lettone, infatti, lo scrittura per interpretare il ruolo dell'agente segreto Hubert Bonisseur de La Beth, alias agente OSS 117, nel film spionistico alla James Bond "OSS 117 - LE CAIRE, NID D'ESPIONS".
La performance, da lui stesso definita "la versione dei poveri di SEAN CONNERY", gli vale la nomination ai Cesar (gli Oscar francesi) come miglior attore, che replicherà due anni dopo, sempre diretto da Haznavicius, nel film dal titolo "OSS 117 - LOST IN RIO".
Nel 2007, diretto da Jan Kounen, ha recitato anche nel film "99 FRANC", parodia sulla crisi esistenziale di un pubblicitario di successo, tratto dal best seller scritto da Frédéric Beigbeder.
Lo stesso anno, per la prima volta, si cimenta in un ruolo drammatico nel film di Frank Mancuso "CONTRE-ENQUÊTE", in cui interpreta il personaggio di un poliziotto che indaga per scoprire se l'accusato è realmente l'uomo che gli ha stuprato e ucciso la figlioletta di 9 anni.
Nel 2009 è apparso a fianco di Jean Paul Belmondo nel film "UN HOMME ET SON CHIEN", remake di Francis Huster del film cult di Vittorio De Sica "Umberto D".
L'anno successivo veste i panni di un cow boy, tiratore scelto e paladino della giustizia, nel film "LUCKY LUKE (2009)", diretto da James Huth (ma scritto dallo stesso Dujardin), tratto da un fumetto omonimo.
Nel 2010 ritroviamo Jean Dujardin nel film "LE BRUIT DES GLAÇONS", una commedia nera scritta e diretta da Bertrand Blier nel ruolo di Charles Faulque, un famoso scrittore alcolizzato, che un mattino riceve la visita di un uomo che dice di essere il suo tumore.
Contemporaneamente lavora per Nicole Garcia, che dirige il film "UN BALCON SUR LA MER", un thriller drammatico sentimentale su un agente immobiliare che un giorno, mentre sta cercando di vendere un appartamento, incontra una donna che assomiglia in modo impressionante al suo primo amore di gioventù, morta (o è data per morta) sotto le bombe al tempo della rivoluzione algerina.
Lo stesso anno appare brevemente (rimane vittima quasi subito di un tragico incidente stradale) nel terzo film come regista del vecchio compagno di scuola (e di catechismo) alle elementari di Plaisir, nei pressi di Parigi, Guillaume Canet, "PICCOLE BUGIE TRA AMICI", un campionario ben assortito delle piccole e grandi ipocrisie che spesso si consumano tra amici. Un piccolo ruolo che apre il film, ma che assume un valore molto significativo per lo svolgimento della storia.
Poi, nel 2011, il successo internazionale e la consacrazione definitiva nella serata degli Oscar, con la vittoria come miglior attore per la sua eccezionale performance nel film "THE ARTIST", nel ruolo della star del cinema muto George Valentin, la cui carriera viene distrutta dall'avvento del sonoro.
Il film di Michel Aznavicius, che rende omaggio alla Hollywood degli anni '20 - 30, ha avuto una gestazione lunga e laboriosa. Dujardin inizialmente era molto dubbioso se accettare o meno la parte, salvo cambiare idea il primo giorno di riprese, quando si è reso conto che il ruolo era ritagliato su misura per lui e per la sua faccia. I produttori erano restii a finanziare un film muto e in bianco e nero, e solo l'intervento del produttore Thomas Langman è riuscito a convincerli a partecipare al progetto.
Il risultato appartiene alla storia del cinema: presentato in concorso a Cannes, grazie alle insistenze dello stesso Lagman, che è riuscito a farlo spostare dalla sezione speciale dove inizialmente era stato assegnato, il film ha vinto la Palma d'Oro al 64° Festival del Cinema, e successivamente numerosi altri premi internazionali, compreso l'Oscar come miglior film e miglior regia, mentre Jean Dujardin, dopo aver vinto 14 premi nei vari festival, è stato raggiunto dalla nomination come miglior attore protagonista.
Nomination che la notte del 26 febbraio 2012 si è tramutata in vittoria nella 84a edizione degli Academy Award, entrando così a far parte del club degli interpreti francesi premiati con l'Oscar, fino ad allora a composizione esclusivamente femminile: Claudette Colbert, Simone Signoret, Juliette Binoche e Marion Cotillard.
Nel 2012 l'attore, insieme a sua moglie Alexandra Lamy, è stato tra gli interpreti di "GLI INFEDELI", un film a episodi co-prodotto, co-scritto e co-diretto da sei registi diversi, compresi due dei protagonisti (lo stesso Dujardin e Gilles Lelluche), sul tema dell'infedeltà maschile.
Il film ha avuto numerosi problemi di natura giudiziaria in quanto alcune locandine ritraevano i due interpreti Dujardin e Lelluche in pose ritenute offensive e degradanti per la dignità delle donne. In seguito a ciò le locandine sono state ritirate e sostituite con altre più caste e meno compromettenti.
Nella primavera del 2012 Dujardin ha iniziato le riprese del nuovo film di Eric Rochant intitolato "MOBIUS", a fianco di Cecil de France, basato su una storia di spionaggio industriale.
Dal 2009 l'attore è impegnato, a fianco di Marc Lievremont, rugbista e attuale allenatore di rugby francese, come sponsor della Fondazione Movimento per i Villaggi dei Bambini, una ONLUS che si occupa di bambini vittime di abusi e negligenze gravi.
Jean Dujardin è padre di due bambini: Simon, nato nel 2000 e Jules, nato nel 2001, avuti da una precedente relazione che si è conclusa nel 2003, quando è andato a convivere con l'attrice Alexandra Lamy, con la quale si è sposato il 25 luglio 2009, nella località di Anduze nel Gard.
Ha tre fratelli, il maggiore dei quali, Marc, esercita la professione di avvocato a Parigi, alla cui esperienza Jean Dujardin ha affidato la sua carriera e la gestione dei suoi interessi, contravvenendo così alla prassi comune nel mondo cinematografico di servirsi di un agente professionista.
Come il suo idolo, Jean-Paul Belmondo, a Jean Dujardin piace correre dei rischi. Così per una scena di "OSS117: IL CAIRO NON RISPONDE", in cui si vede il suo personaggio gettato legato mani e piedi nelle acque del Canale di Suez, ha rifiutato di essere sostituito da una controfigura. Per prepararsi alla scena ha seguito lezioni di immersione, al termine delle quali gli è stato pure rilasciato un diploma.
Attualmente Jean Dujardin in Francia ha un solo rivale, il jack russel di 9 anni, Uggie, con cui ha recitato in "THE ARTIST" e che più volte gli ha rubato la scena.
In seguito a ciò un vasto movimento d'opinione, compreso Steven Spielberg (che ha diretto un cavallo in "War Horse"), si è fatto promotore di una petizione affinché venga assegnata una statuetta anche agli interpreti animali, ma purtroppo attualmente Uggie e compagni si devono accontentare dei Golden Collar Award.
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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 12/11/2012 15.51.00
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