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Bella e brava Laura Morante che in questo film franco-italiano "Ciliegine" fa quasi tutto da sola, scrivendo, recitando e mettendosi per la prima volta dietro alla macchina da presa.
Riesce a prendere Isabelle Carré, volto delicato e classicamente francese e fa capire di essere perfettamente a suo agio tra i cugini d'oltralpe.
Inizia la storia la vigilia di Natale: c'è la neve che cade delicata su una Parigi, che appare più piccola e più provinciale nelle sequenze iniziali; tra gente che pensa a regali ed auguri Amanda, bella e sola e forse inguaribilmente androfoba, litiga con il pseudo fidanzato Bertrand che, stando a lei, non ne fa una giusta fino all'errore finale di mangiare la ciliegina sulla torta! Ma gli amici servono sempre se sono sinceri e Florence (Isabelle Carré), sposata a un imperturbabile psicanalista un po' tendente alla filosofia spicciola, interviene trovandole un impegno per san Silvestro. Il triste Antoine si ritrova così a parlare con la nevrotica Amanda e il diavolo ci mette lo zampino facendo credere alla donna che lui sia gay, rimedio chino per sciogliere il cuore ibernato dell'aspirante zitella Amanda.
Molte parole in libertà soprattutto nei duetti Amanda-Antoine, equivoci e fraintendimenti come nella miglior tradizione delle pochades e clima decisamente made in France.
Piacciono i dialoghi tra un'Amanda sul perenne orlo di una crisi di nervi e la fragile amica sempre preoccupata di ogni cosa e tranquillizzata dalle lapidarie frasi generate dal costante aplomb del consorte, piace la complicità finto (?) amicale che Amanda prova per un Antoine dalla classica espressione facciale da cane bagnato e bastonato e fa sorridere alquanto la tragicomica situazione che si crea tra i due cuori solitari loro, malgrado.
Si attende per quasi un'ora e mezza (la durata del film) questo lieto fine che non si sa se avverrà in maniera compiuta, perché l'androfobia diagnosticata dal marito di Florence è in fondo solo una profonda non accettazione dell'altro, più che dell'essere maschile, tipica di un distorto modo di sentire del mondo d'oggi.
Commedia intimista come piace ai francesi (bravissima la Morante a entrare pienamente nell'ottica) con molte passeggiate al parco dai tenui colori invernali e l'accattivante musica di Nicola Piovani, divertente cameo, in lingua inglese, di Ennio Fantastichini, nel ruolo di un potente e temuto riccastro mediorientale. Piacevole per una serata di relax anche se talvolta il chiacchiericcio stanca un po'.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 07/11/2012 16.15.00
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