Voto Visitatori: | 6,45 / 10 (66 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 7,00 / 10 | ||
Musical per anni ai vertici di Broadway e già film con la regia dell'irriverente John Waters (1988) e con il travestito Divine nel ruolo della madre obesa, la storia dell'inno alle taglie extralarge ritorna sugli schermi in un remake meno trasgressivo e più politically correct.
Al posto di Divine un altro uomo en travesti, l'ex principe delle discoteche anni Settanta John Travolta da bacino rotante a grassona artefatta (complici le tutine ingrassanti siliconate e la computer graphic), qui mamma stiratrice e frustrata della pimpante protagonista.
La giovane interprete Nikki Blonsky diciottenne debuttante e realmente in carne si mostra comunque un'abile ballerina ed un'ugola d'oro promettente, con la speranza che il suo non sia un canto da cicala ma che, nonostante il fisico prorompente, riesca a mantenersi sulla breccia, in quanto le premesse ci sono tutte.
Zach Ephron, nuovo idolo delle teenager al di qua ed al di là dell'oceano grazie al celeberrimo "High School Musical" è letteralmente oscurato dalla partner femminile, e non solo per i chili di troppo della suddetta, ed il suo ciuffo a metà tra l'Elvis Presley prima maniera e il già citato Travolta-Danny in "Grease" non riesce a rendergli giustizia.
Michelle Pfeiffer è una credibile "cattiva", personaggio sopra le righe e dai toni leggermente esasperati, mentre Christopher Walken rivela un inaspettato talento comico nel ruolo del padre e marito delle due "false magre" come anche una inedita vena canterina.
Bravissimi poi gli attori di colore, dalla piccola ballerina a Queen Latifah.
Se il primo "Grasso è bello" di Waters fece della trasgressione e del trash la propria bandiera, questa storia mira a conquistare una platea più popolare e meno pretenziosa.
I costumi e le scenografie sono assolutamente perfette, il giovane cantante divo della trasmissione preferita dalla protagonista sembra uscito direttamente da un programma televisivo dei primi anni Sessanta, come anche i vaporosi capelli laccati delle giovani attrici della storia.
I numeri musicali, forse fin troppi (togliendo tutte le esibizioni rimane forse a stento un quarto d'ora di "parlato") sono comunque coinvolgenti, da quelli della sigla di testa, "Good Morning Baltimore", cantato da Nikki Blonsky, esaltazione dell'ottimismo a tutti i costi contrapposto a scene di ordinario degrado (c'è anche il regista Waters nei panni di un maniaco ante litteram) agli innumerevoli balletti della trasmissione televisiva al centro della storia; convincente poi anche la grassona Travolta, capace di modificare ad hoc il proprio timbro vocale (un plauso anche a Claudio Sorrentino, doppiatore storico dell'attore che riesce a fare altrettanto) e di scatenarsi nelle danze da par suo con una buona dose di autoironia.
Ma attenzione comunque: chi non ama assolutamente i film musicali rischia di annoiarsi, e pure tanto; per gli altri il consiglio è di trovarsi una scusa per vederlo: sicuramente finirà col piacere per qualche motivo.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 15/01/2008
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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