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Secondo film del regista Paolo Genovese, "Immaturi" sdogana un incubo comune a molti: l'annullamento dell'esame di maturità e l'obbligo a rifarlo come allegoria di un passato irrisolto che ritorna e del sottile confine che divide gli anni spensierati dell'adolescenza e quelli destinati a essere più concreti della vita attiva o matura.
Protagonisti del film un gruppo di quasi quarantenni ex amiconi al tempo del liceo, irrisolti e immaturi quasi quanto gli attuali diciottenni: c'è lo psichiatra infantile sulla carta appagato sentimentalmente e professionalmente che entra in crisi quando la compagna gli annuncia la sua imminente paternità; c'è la chef in terapia per presunta ninfomania; c'è il mammone attaccato al suo lettino a castello e ai pranzetti con papà e mammà; il dj radiofonico che s'inventa moglie e figlio pur di non avere una famiglia reale con la donna che ama; c'è la divorziata in carriera con una figlia bambina più saggia e determinata di lei.
"Big chill" all'italiana meno amaro di quel "Compagni di scuola" di Verdone uscito ormai vent'anni fa perché la generazione nata tra la fine dei Sessanta e i primi anni Settanta a differenza di quella nata nei primi anni Cinquanta non ha mai avuto dalla sua illusioni o miti da portare avanti, appagata perché figlia di un apparente benessere con le sue canzoncine orecchiabili, i cartoni animati giapponesi e la sindrome di Peter Pan che continua a imperversare nonostante si sia ormai entrati comunque a pieno regime nel mondo produttivo.
Film corale con un cast di attori ben affiatati, un Raoul Bova voce narrante che mostra sempre più di essere a suo agio nella commedia malgrado non riesca comunque a sbloccarsi (o forse è perfetto così, rigido bellone timido) e un Ricky Memphis una spanna più in alto di tutti ,credibilissimo nel suo ruolo di serioso bambinone.
Brave anche le due protagoniste femminili Bobulova e Angiolini, quest'ultima ormai attrice consumata, esile la partecipazione amichevole della Caprioli (nella storia ex di Bova), ma forse in linea con il profilo del personaggio da lei interpretato.
La prima parte del film è sicuramente più godibile: anche se sà di déjà vu è imperdibile la scena con le reazioni dei vari protagonisti alla notizia dell'annullamento dell'esame, mentre la seconda parte è più lenta e ripetitiva.
Momento topico dell'intero intreccio il week end trascorso nella villa di uno dei protagonisti; da dimenticare la scena con il balletto finale del cast maschile sulle hit di venti anni fa e dintorni che sfocia quasi nel patetico.
Per chi ama il ritorno al passato, per chi vuole passare un paio d'ore spensierate. Più che sufficiente.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 11/05/2011 15.22.00
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