Voto Visitatori: | 5,77 / 10 (22 voti) | Grafico | |
Luca Guadagnino scolpisce sull'anima di Tilda Swinton una seconda pelle. Algida compostezza, disciplinata rigidità, coraggio e indipendenza, distacco morboso dagli affetti sono tutti elementi dominanti di una recitazione elegante, intrigante ed emotivamente coinvolgente.
L'atmosfera alto-borghese di Villa Necchi, a Milano, fa da arena alle vicende di una ricca famiglia industriale lombarda. Cattiverie dettate dalla lucida ragion di Stato, strategie familiari arroganti di stampo patriarcale, consolidamenti fraterni e vie di fuga tanto improvvisate quanto agognate da tempo, il cui prezzo sarà oltre ogni logica tolleranza, sono il nettare quotidiano di un'esistenza fredda, sterile e troppo vincolata da sacri luoghi comuni, a cui poche anime vere decidono di opporsi e sacrificarsi.
Il cast, poco coinvolto da una trama non degna di nota, performa garbato e composto Emma Recchi (Tilda Swinton), moglie trofeo, trovata in Russia dal futuro marito a caccia di antiquariato è icona di noia, turbamento e apatia cronica, riscaldata solamente dall'amore per i tre figli e dalla passione, irrefrenabile, per il cuoco di famiglia, giovane amico e coetaneo del figlio maggiore.
Tancredi Recchi (Pippo Delbono), erede designato dell'impero Recchi, sorprende per distacco, cinismo e gelida trascuratezza per i suoi affetti più cari. La punizione che lo attende sarà pari alla sua reazione.
Elisabetta Recchi (Alba Rohrwacher), unica figlia, è la prima a cercare e trovare la strada per il distacco dall'oppressione e dalla rigidità della tribù familiare. Fiera, coraggiosa e indipendente è stimolo per la madre prima tanto quanto lo è in sua assoluzione dopo.
Umiliata gratuitamente dal nonno, durante la cena che sancisce il passaggio del potere, per non aver osservato una tradizione consolidata di famiglia, emerge per lucentezza e candida purezza fino a destabilizzare le anime più sensibili.
Edoardo Recchi (Flavio Parenti), il figlio maggiore. L'altro erede designato e poco incline alla nuova politica aziendale.
Nato per volare, vorrebbe aprire un ristorante ma è costretto a soccombere, sepolto dalla schiacciante realtà degli eventi. L'angelo puro della famiglia, non per nulla molto legato alla sorella minore.
Eva Ugolini (Diane Fleri), fidanzata di Edoardo e futura madre del loro figlio. Criticata all'inizio per le sue origini non alto-borghesi, affina il suo talento in compagnia delle donne anziane della famiglia. Protagonista comprimaria di ogni evento ne patirà più di tutti le drammatiche conseguenze.
Antonio Biscaglia (Edoardo Gabriellini), amico e futuro socio di Edoardo Recchi. Elemento destabilizzante che trova, suo malgrado, terreno fertile nel cuore materno della famiglia.
Di bassa estrazione sociale, sovvertirà i destini di ogni cosa. Figura semplice, in netto contrasto con la strutturata ed artefatta complessità del mondo che lo accoglie.
Film esteticamente impeccabile.
L'assenza di una trama corposa è, paradossalmente, la forza del film che in alcuni momenti sfiora l'opera d'arte grazie a costanti sferzate di nuda arroganza collettiva intente ad abbracciare intensi momenti di solitudine, dove ogni figura viene costretta a mutazione per scelta propria o per natura altrui.
Distruttivo e rivelatore.
Commenta la recensione di IO SONO L'AMORE sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di Luca Davide Valtolina - aggiornata al 24/06/2010 10.55.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio