Voto Visitatori: | 7,55 / 10 (66 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 9,50 / 10 | ||
Yorgos Lanthimos è comunemente definito un regista molto cerebrale, dalla messa in scena molto fredda e distaccata, ma che in molti frangenti riesce a far emergere una certa ironia grottesca. Con La Favorita, attraverso la collaborazione dello sceneggiatore Tom McNamara, l'umorismo si è dischiuso in una forma più visibile e sardonica nel raccontare questo dietro le quinte della corte della Regina Anna d'Inghilterra, nel quale la stessa Emma Stone era coprotagonista, insieme ad Olivia Colman, poi vincitrice del premio Oscar quale migliore attrice protagonista proprio per questo film.
Lanthimos è uno di quei registi che si stanno affermando film dopo film, mostrando la propria evoluzione d'autore a tutto tondo a cominciare da quel Dogtooth che lo ha fatto conoscere a livello mondiale e di cui si trovano tracce percepibili anche in Poor Things!
Età vittoriana. La defunta Belle Baxter viene riportata in vita dal brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter. Affamata della mondanità che le manca, però, Bella fugge con Duncan Wedderburn, abile e dissoluto avvocato che la coinvolge in una travolgente avventura attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo proposito di difendere l'uguaglianza e l'emancipazione.
Lanthimos opera una cesura piuttosto netta con le sue opere precedenti, senza rinnegare il proprio passato. Fin dall'inizio ci mostra un'era vittoriana visivamente accattivante, una specie di steampunk d'epoca molto ricco dove conosciamo le vicende di Bella, ragazza in gravidanza che si è suicidata e che è stata riportata in vita dal Professor Godwin Baxter (Godwin non è sicuramente un nome scelto a caso). Nel cervello di questa creatura, interpretata da Emma Stone, viene trapiantato il cervello del suo nascituro.
Assistiamo quindi ad una creatura con il corpo di adulto, ma con un cervello infantile, dal linguaggio molto spesso rozzo ed alquanto sboccato e soprattutto ansioso di imparare, sia pur confinato nella magione di Baxter. Lo stesso professore assume il ruolo di mentore per imparare i rudimenti per un suo prossimo inserimento nella società. E' la prima guida per Bella, che si muove scoordinata con un incedere per nulla sciolto, quasi robotico come una novella Frankenstein quale in fondo lei è. Godwin Baxter ha tale ruolo, ma si differenzia pur avendo qualche similitudine con la figura paterna di Dogtooth. Nel suo film precedente il padre è una figura autoritaria assoluta che controlla i propri figli attraverso varie forme, prima fra tutte quella del linguaggio e sul significato degli oggetti. Un dominio assoluto ed onnipotente che Baxter non esercita mai su bella, proponendosi più come guida, ma senza essere apertamente invasivo. Contrariamente a quello che apparentemente si può pensare, Godwin, uomo deformato da tante cicatrici, lascito a sua volta paterno, per via dei tanti esperimenti che il pazzo padre ha condotto nei suoi confronti, non riverbera tale perverso lascito su Bella. Semmai mostra un'eccessiva ed umana attitudine ad essere protettivo come un padre che ha il timore di un mondo esterno visto adesso come una minaccia nei confronti di un essere ancora immaturo come Bella.
Tuttavia Bella mostra progressi sempre più rapidi, la sua sete di conoscenza è tangibile e Baxter si fa affiancare da un suo studente per studiare insieme l'evoluzione di questa creatura, rimanendone a sua volta ammaliato, tanto che, con il beneplacito implicito del professore, potrà diventare il suo prossimo sposo. Una mentalità legata ancora alla concezione vittoriana per Bella che probabilmente è stata la causa della sua morte nella precedente vita.
La scoperta del sesso è un elemento fondamentale della storia. Non è il tassello centrale della scoperta della propria identità, bensì la molla che permette a Bella a far crescere lo stimolo per la conoscenza del mondo esterno, negato dalla protettività del suo padre putativo. Si masturba compulsivamente con effetti decisamente comici e si lascia sedurre dall'avvocato/avventuriero Duncan Wedderburn, tombeur de femme di chiara fama che invita Bella ad una crociera nel Mediterraneo. Sembra un cedimento, ma in realtà Duncan è il mezzo per evadere dalla magione di Baxter e conoscere il mondo esterno. Se per Wedderburn, Bella è solo un'altra donna da conquistare, Bella usa questo personaggio per uscire dalla sua prigione dorata. La casa ormai è un confine che deve essere superato e Wedderburn è la chiave per uscire.
Bella è un essere umano (ri)nato e cresciuto in un ambiente prettamente vittoriano, ma possiede una propensione decisamente antivittoriana.
Con un Baxter ormai rassegnato ad assistere a qualcosa di inevitabile, perché Bella si sta evolvendo in maniera talmente rapida dal suo stato infantile iniziale, lascia che la sua creatura conosca il mondo. Bella inizia quindi il suo viaggio alla scoperta del mondo e di sé stessa come cittadina di esso.
Un mondo visivamente surreale e barocco, molto ricco a livello visivo che stride con tutto il periodo "greco" e primi passi nel mainstream di Lanthimos. Così minimalista e spartano nella messa in scena dei sui precedenti film, prima del primo vero salto con La Favorita, tanto affascinante e variegato con Poor Things! Lisbona, Alessandria d'Egitto e Parigi, come la stessa Londra tardo vittoriana presentano paesaggi affascinanti che pongono le basi sul realistico per prendere delle tangenti in cui le intuizioni scientifiche e letterarie (Verne, H.G. Wells) hanno preso corpo e che Bella osserva a sua volta affascinata. Il regista greco raggiunge picchi di eccellenza visiva degni del Terry Gilliam dei tempi migliori. Bisogna ammettere che al pari della sua creatura, Lanthimos con Poor Things ha subito a sua volta un'evoluzione. Ciò che era più trattenuto nelle sue pellicole precedenti, qui hanno libero sfogo come la voglia conoscere di Bella.
Il rapporto tra Wedderburn e Bella durante il viaggio si ribalta, diventando presunta donna oggetto ad essere totalmente indipendente dalla figura del suo accompagnatore, dapprima a Lisbona poi nel viaggio in crociera verso Alessandria, dove l'incontro con la coppia di turisti Astley-Von Kurtzoroc (quest'ultima interpretata con un piccolo ma importante ruolo da una rediviva Hanna Schygulla) le fanno capire l'importanza della letteratura che per una mente come quella di Bella, cioè una spugna che assorbe tutto ciò che può essere importante e che viene assimilato.
La vera consapevolezza ed autodeterminazione di sé stessa avverrà a Parigi quando prende servizio in un locale bordello di lusso, usando il suo corpo come mezzo di produzione e sostentamento del proprio essere, senza diventare un oggetto sessuale, mettendo insieme pseudo socialismo e femminismo. L'evoluzione nell'essere una donna forte ed indipendente è più efficace in questo film rispetto alle tante pellicole, politicamente corrette, finora uscite e di cui il femminismo è solo una parte dell'insieme, perché Lanthimos non parla solo di femminismo, ma anche di un capitalismo che sfrutta i popoli (lo ziqqurat di Alessandria) ed il colonialismo che partendo da basi storiche reali, è ancora terribilmente attuale, sia pure in forme diverse anche ai giorni nostri.
Lanthimos con Poor Things firma probabilmente il suo film migliore, perché dimostrazione di un autore che riesce ad evolvere senza rinnegare ciò che è stato e di cui Poor Things rappresenta un nuovo stadio che è il risultato seminale delle sue pellicole precedenti. A parere di chi scrive, forse è il miglior film in assoluto di tutto il 2023 e fortunatamente Venezia se lo è accaparrato e giustamente premiato con Leone d'oro che mai come questo anno non è mai stato messo in dubbio perché dopo la sua presentazione, nei primi giorni della rassegna, ha fissato l'asticella per tutte le altre pellicole in concorso. Mai come questo, e sono oltre dieci anni che sono presente al Lido, ho visto tanta unanimità di consensi verso un film.
Tassello importantissimo è Emma Stone nei panni di Bella. Ammetto che quest'attrice ad inizio carriera non mi entusiasmava più di tanto, però faccio mea culpa perché film dopo film ha saputo maturare per diventare non solo una star riconosciuta, ma anche attrice a tutto tondo. Il ruolo di Bella non è certamente facile e la capacità della Stone di far evolvere un personaggio del genere merita più di un semplice plauso. Un'interpretazione straordinaria per impegno, per essersi messa in gioco mentalmente e fisicamente (difficile vedere star del suo calibro mettersi letteralmente a nudo in un'epoca da #metoo e politicamente corretta come questa), segno della totale fiducia nei confronti del regista, alla sua seconda esperienza dopo La Favorita. Il suo personaggio è fuori dagli schemi precostituiti e quando vogliono imprigionarla, lei non regge il gioco e ribalta completamente le carte (vedere il rapporto con Wedderburn). Se non ha vinto la Coppa Volpi a Venezia è solo a causa del regolamento della stessa, che impedisce di assegnare Leoni e Coppe Volpi allo stesso film. In caso contrario avrebbe vinto il premio a mani basse, tale è stata la sua superiorità rispetto a tutte le altre interpretazioni femminili viste in concorso al Lido.
Senza dimenticare tutto l'ensemble del cast, perfettamente all'altezza a cominciare da Willem Defoe, ormai italiano d'adozione, che offre sempre valore aggiunto alle pellicole a cui partecipa ed anche un Mark Ruffalo in gran spolvero che subisce, al contrario di Bella e con la complicità di Bella stessa la spersonalizzazione dell'avvocato donnaiolo, fino ad essere dominato dalla personalità di Bella. Se con il viaggio la personalità di Bella esplode in tutto il suo splendore, quello di Duncan Wedderburn implode su sé stesso. Da personaggio pieno di certezze, ad essere umano insicuro e pauroso.
Poor Things non solo ha fissato l'asticella per la Mostra di Venezia, ma anche per altri importanti premi come gli Oscar. I Golden Globes sono probabilmente un barometro di quello che sarà la notte più celebrata a livello di cinema. Almeno nelle categorie miglior film, regia, fotografia, interpretazione femminile, gli altri film dovranno fare i conti con Lanthimos, Oppenheimer in primis. Questi due film, a meno di terzi incomodi, hanno fatto incetta ai Globes, con un leggero vantaggio per Nolan. Ma aldilà che vinca o perda il confronto l'alta qualità di questo Povere Creature rimane.
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Recensione a cura di The Gaunt - aggiornata al 23/01/2024 15.15.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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