Voto Visitatori: | 7,34 / 10 (1014 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,00 / 10 | ||
Girato dal discutibile Gore Verbinsky, già autore di Un topolino sotto sfratto e The Mexican (colossale flop di un paio di anni fa), The Ring è la controparte occidentale di un film giapponese, Ringu, che fa parte di una trilogia che nel Sol Levante ha avuto un successo senza precedenti circa quindici anni fa. La cosa si è immancabilmente ripetuta con questo remake, lodato dal pubblico, e anche da certa critica, come un film bellissimo, addirittura un capolavoro.
Il film inizia presentandoci una situazione classica già vista in altri film di genere horror, una coppia di ragazze adolescenti che sono a casa da sole davanti alla televisione e che si raccontano una leggenda riguardo a una videocassetta che, se guardata, porta alla morte nel giro di sette giorni. Una delle due ragazze, ovviamente, dichiara che questa cassetta esiste e che lei, naturalmente, l’ha vista proprio sette giorni prima insieme ad altri amici. La ragazza in questione e i suoi amici faranno una fine molto precoce e starà alla giornalista Rachel Keller (Naomi Watts) trovare il bandolo della matassa in quanto spinta dalla madre della ragazza a indagare sulla misteriosa morte davanti alla TV di sua figlia. Successivamente la giornalista avrà un motivo in più per darsi da fare: durante le sue indagini si imbatterà lei stessa nella videocassetta, che verrà guardata per errore anche dal figlio, e insieme all’ex marito (Brian Cox) avrà i fatidici sette giorni per scoprire il mistero e salvare lei stessa e il suo bambino.
Se non fosse per le volute e fastidiose volontà autoriali del regista,
che si sforza di infarcire il film di citazioni cinefile, il film sarebbe anche
carino e godibile. Ma i deja-vù, guardando questo film, sono davvero
troppi e si nota una certa esagerazione nella citazione di film di genere, partendo
da Il Sesto Senso fino ad arrivare a Shining, passando addirittura
per La finestra sul cortile. La tanto lodata regia di Verbinsky si
limita al suo compito, senza nessun tocco di genialità, e paragonarlo
ad autori del calibro di Wes Craven o Sam Raimi è davvero fuori luogo.
Alcuni momenti belli il film li offre certamente, come il fantomatico video
girato in bianco e nero con vaga ispirazione espressionista, così come
alcuni interessantissimi accenni critici all’elemento della televisione
e del giornalismo, e ai loro poteri spesso tanto forti da sfuggirci di mano,
accenni e basta, purtroppo, che non vengono approfonditi e lasciano spazio al
facile effettaccio e alle comode soluzioni (il finale sfiora il ridicolo). Buona
la fotografia, colorata di tinte verdastre, anche se si stenta a capirne il
senso (potrebbe essere che il verde forse ispira qualcosa di marcio, putrescente).
In conclusione un film discreto, ma banale nel suo svolgimento, sia dal punto
di vista della sceneggiatura (l’unica idea originale è quella della
videocassetta) che registico. Un film che a parer mio non fa nemmeno tanta paura
come il trailer invece tenta di far credere.
Nelle mani di un altro regista, magari un Sam Raimi, avrebbe potuto essere qualcosa
di molto più interessante .
Commenta la recensione di THE RING sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di stefano76 - aggiornata al 01/04/2003
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio