Voto Visitatori: | 3,68 / 10 (116 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 3,00 / 10 | ||
Eccoci qua, attenti come sempre a seguire l'ennesimo horror di produzione USA, come tante pecorelle affamate di brividi e spaventi al sicuro in una buia sala cinematografica. Ammetto di essere caduto anche io in questa trappola micidiale che sembra non lasciare scampo, dato che mi ero ripromesso di non andare mai più a vedere un horror almeno per qualche tempo, viste le delusioni rifilatemi recentemente. E invece ci sono andato ancora e ho scelto di pagare il biglietto d'ingresso per accomodarmi sulla poltrona di una piccola sala in località marittima e guardare questo THEY, uno degli ultimi prodotti di casa americana di questo ormai esausto filone.
La trama: Julia Lund (Laura Regan) è una giovane psicologa che un giorno viene contattata da un suo vecchio amico di infanzia. Durante il colloquio in un bar, mentre fuori infuria un temporale, il giovane inizia a farfugliare discorsi apparentemente senza senso sui terrori notturni da lui patiti da bambino e dalla stessa Julia, dicendo che qualcosa di reale si celava nell'oscurità allora, e che stava ritornando per portare via tutti loro (non si sa dove). Dopo il suicidio del giovane, Julia entra in contatto con altre persone, tutte sofferenti di terrori notturni infantili, che piano piano cominciano a sparire... A lei toccherà indagare sulla faccenda per fare luce sulla verità e riuscire a salvarsi la vita.
Non sapendo nemmeno da dove incominciare nel dare il mio giudizio su questo film, passerò direttamente al sodo, dicendo che si tratta sicuramente di un prodotto per cui non vale la pena non solo di spendere il prezzo del biglietto al cinema, ma nemmeno gli euro per noleggiarlo in VHS o DVD. Quasi quasi non varrebbe la pena neanche la spesa della corrente necessaria a tenere acceso il televisore nel caso in cui lo dessero su qualche emittente. A parte queste volute esagerazioni, si tratta davvero di un horror pessimo sotto qualunque punto di vista. La trama di base è di una banalità spaventosa (la classica paura del buio), ma la cosa peggiore è la sceneggiatura che ci hanno costruito sopra, piena zeppa di buchi e incongruenze.
Innanzitutto non viene minimamente spiegato cosa sono queste "cose" che stanno nell'oscurità, né viene assolutamente accennato il motivo per cui dovrebbero portarsi via la gente, e soprattutto perché proprio quelle persone e perché dovrebbero tornare a fare il loro lavoro proprio vent'anni dopo i primi terrori notturni e non direttamente quando erano bambini. Come se non bastasse durante lo svolgimento del film vengono presentate situazioni talmente assurde e illogiche da fare innervosire anche il più paziente degli spettatori: queste "presenze" si manifestano nell'oscurità... nonostante questo i personaggi del film durante tutta l'ora e mezza abbondante si ostinano a entrare in corridoi e stanze bui, a infilare la testa in condotti oscuri senza mai accendere la luce e a fare il bagno di notte in piscine deserte. Naturalmente troviamo anche la protagonista che senza nessun motivo sfugge dal fidanzato che vuole aiutarla, preferendo andare a prendere la metropolitana deserta in piena notte per andare non si sa dove e che, ovviamente, chiude le porte della stazione senza che nessuno si accorga della sua presenza, nonostante le telecamere di sorveglianza!!! Insomma, tutto avviene in modo gratuito e ogni azione, anche la più assurda, viene data per scontata, e si capisce che è messa lì soltanto per giustificare il proseguo della trama.
La regia è completamente anonima, gli attori sono degli esordienti praticamente sconosciuti che non hanno un briciolo di carisma e si limitano a recitare il loro copioncino, e alla fine del film viene davvero da chiedersi con quale spirito e quale scopo vengano realizzati prodotti del genere.
La cosa più agghiacciante del film, infatti, è trovare sulle locandine il nome di Wes Craven, accreditato tra i produttori.
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Recensione a cura di stefano76 - aggiornata al 18/09/2003 19.21.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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