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La vita di Teo (Ryan Gosling), giovane lumaca col pallino delle auto da corsa, cambia radicalmente quando un curioso incidente realizza il suo più grande sogno: essere in grado di correre a velocità incredibile (più altri optional... automobilistici). Teo (o Turbo, come preferisce farsi chiamare) viene però cacciato insieme al fratello Chet (Paul Giamatti) dalla comunità in cui vive e si ritrova nel furgone di Tito (Micheal Pena), venditore di Tacos sempre a caccia di nuove idee per dare una svolta al business di famiglia. I poteri di Turbo accendono le speranze di Tito: la lumaca più veloce del mondo può essere il modo giusto per attirare clienti. Turbo, felice di aver trovato qualcuno che finalmente crede nelle sue potenzialità, ha un piano: vincere la 500 Miglia di Indianapolis. Iscrivere una lumaca alla corsa non si rivela però un'impresa facile...
Un giorno, probabilmente, l'approccio DreamWorks all'animazione CGI sarà studiato come un vero e proprio genere. A parte l'exploit iniziale di "Shrek", infatti, la formula consolidata che ha portato vagonate di soldi nelle casse dello studio si è basata sulla semplicità della narrazione, il casting, gli inside-joke e un target di riferimento dichiaratamente infantile. I risultati, dal punto di vista della qualità, non sono stati sempre all'altezza degli incassi, anzi: per ogni "Dragon Trainer" ci sono almeno uno "Shark Tale" e uno "Shrek Terzo". "Turbo", fortunatamente, ricade nel novero dei film riusciti.
"Se puoi sognarlo, puoi farlo", diceva Walt Disney, e la storia di Turbo si basa su questo postulato: la forza di volontà e la capacità di sognare possono superare persino i vincoli imposti dall'ordine naturale delle cose. Possono accadere cose incredibili: ad esempio che una lumaca riesca a correre la 500 Miglia di Indianapolis. O che un ratto diventi un grande chef, tanto per capire a cosa somiglia un po' troppo "Turbo" nei primi dieci minuti. Quando Turbo diventa una vera e propria lumaca da corsa (se n'era vista una simile ne "La Storia Infinita", ma si può ragionevolmente dubitare che "Turbo" abbia a che vedere anche con quel film), il film cambia marcia (ops) e inizia a vivere di vita propria. Le gag sono divertenti, per quanto ripetitive, la musica hip-hop è un azzardo che funziona (sicuramente meglio in originale che in italiano), e la testardaggine di Turbo è - nella sua semplicità - irresistibile. I personaggi umani, per quanto stereotipati, assolvono il loro compito nella storia: portare Turbo a correre a Indianapolis e dargli una motivazione in più, poichè dal successo di Turbo dipendono di fatto anche le vite dei quattro strampalati amici del centro commerciale.
La lunga sequenza finale della corsa è splendidamente realizzata e c'è una tensione narrativa che "Cars" (altro film a cui naturalmente "Turbo" fa pensare) non raggiunge mai. Il rischio che Turbo venga schiacciato dalle auto in corsa è - per quanto prossimo allo zero, considerata la natura del film - sufficiente a tenere alto il livello di adrenalina e il finale della gara è gestito in maniera esemplare.
"Turbo", come la maggior parte dei film DreamWorks, è splendidamente realizzato, con un intelligente utilizzo del 3D e un personaggio centrale ben delineato e riconoscibile (al contrario del cast di supporto, un po' troppo abbozzato). Semplice, positivo, divertente e - cosa non da poco - privo di quegli eccessi che spesso hanno portano fuori giri le precedenti produzioni DreamWorks. Manca completamente di originalità e di chiavi di lettura secondarie, ma non è un difetto e i bambini non se ne accorgeranno, con buona pace degli amanti dell'animazione "adulta". E' lo stile DreamWorks, e finchè funziona al botteghino, hanno ragione loro.
Le critiche americane elogiano il lavoro fatto dal cast vocale (tra gli altri: Ryan Gosling, Richard Jenkins, Ken Jeong e Paul Giamatti) ed è un peccato non poterne godere. Fortunatamente, per una volta, non è stata fatta la deleteria scelta di affidarsi a nomi della televisione assolutamente non all'altezza per aumentare l'appeal del film ed il lavoro fatto dal cast italiano è anonimo e scolastico quanto basta almeno per non rovinare la visione del film. Accontentiamoci.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 07/08/2013 17.21.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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