Voto Visitatori: | 6,80 / 10 (81 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 8,00 / 10 | ||
Il film definitivo di un'autrice temeraria e perennemente discussa?
Dopo aver conquistato l'Academy nel 2010 con "The Hurt Locker" (più per voglia di far spettacolo degli organizzatori della cerimonia, nell'anno in cui l'ex marito James Cameron gareggiava con il colosso "Avatar"), Kathryn Bigelow porta in scena la caccia all'uomo che ha catalizzato l'attenzione mondiale, politica e popolare, nella storia degli ultimi anni.
Ispirato a fatti realmente accaduti, il film racconta i dieci anni di lavoro da parte degli specialisti della CIA e delle forze speciali dei Navy Seal, all'operazione di sicurezza diretta a individuare, catturare ed eliminare Osama Bin Laden.
Lo fa attraverso il personaggio centrale di Maya (Jessica Chastain), un'agente fresca di studi, qualificata nel rintracciamento di terroristi e dotata di formidabile ingegno, in grado di lottare contro le miopi forze burocratiche per porre fine a un'indagine che ha inchiodato il mondo e due presidenze americane differenti.
Mettendo da parte ogni possibile convinzione ideologica sul caso, dal momento che nessuno, tanto meno un'opera di fiction, potrà mai concretamente far luce su una vicenda top secret come questa, resta da ammirare un gran film sotto ogni prospettiva.
Ad un maestoso senso della narrazione, scandita per tappe e punti chiave, si affianca un'evoluzione psicologica concreta e palpitante, sorta di allucinazione perversa che porta la protagonista in un tunnel ossessivo, destinato a rivelarsi un vicolo cieco anche dopo la cattura del nemico.
Una strepitosa Jessica Chastain si fa carico delle angosce spasmodiche di tutto un paese, mentre la sceneggiatura dettagliatissima di Mark Boal permette alla Bigelow di costruire una cronaca degli eventi di assoluto rigore spettacolare e abbacinante potenza documentaristica, con una forza emozionale inversamente proporzionale all'adrenalina profusa in opere precedenti come "Point Break" e "Strange Days".
Perniciose le polemiche in patria per la rappresentazione dei metodi di tortura della CIA ai prigionieri e per la connotazione compulsiva che permea l'ultima, ansiogena mezz'ora, "Zero Dark Thirty" (l'ora dell'assedio al forte di Bin Laden, secondo il gergo militare) rimane con merito tra i film più importanti dell'anno, destinato a lasciare il segno per lungo tempo.
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Recensione a cura di atticus - aggiornata al 03/07/2013 16.24.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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