alice's restaurant regia di Arthur Penn USA 1969
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alice's restaurant (1969)

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locandina del film ALICE'S RESTAURANT

Titolo Originale: ALICE'S RESTAURANT

RegiaArthur Penn

InterpretiArlo Guthrie, Patricia Quinn, James Broderick, Pete Seeger

Durata: h 1.01
NazionalitàUSA 1969
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1969

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Trama del film Alice's restaurant

Una chiesa sconsacrata è il luogo deputato da Alice e Ray per formare un'alternativa comunità che raccoglie i figli orfani della fine degli anni Sessanta. Tra questi c'è Arlo, un giovane rocker che approda alla comunità dopo essere stato cacciato dal college dove si era iscritto, diciottenne, per evitare il servizio militare. L'esperienza di vita in comunità si interrompe per Arlo quando deve tornare a casa dal padre malato. Al ritorno troverà che tutto è cambiato.

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Voti e commenti su Alice's restaurant, 6 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  27/12/2016 12:31:14
   7½ / 10
Arthur Penn torna a raccontare l'America come aveva già fatto nello splendido La caccia: se lì la sua attenzione si focalizzava sul finto moralismo americano e il razzismo, la volontà di giustizia privata e la disgregazione dell'idea di famiglia, quì il suo sguardo è sul mondo hippie e la sua decadenza (ricordiamoci Woodstock, la morte di Robert Hunter nel concerto di Altamont, il massacro di Sharon Tate e le sue ripercussioni sul mondo hippie, ormai lacerato al suo interno). La fine di un sogno raccontato con sguardo comico, il rifiuto dell'idea di patria che ti considera un accattone hippie ma ti vuole in guerra in Vietnam. Il solito film di sottotesti che rivela la profondità di Arthur Penn, anche se questa volta non c'è la forza immaginifica e di immagini di altri suoi film come il già citato La caccia, ma anche Gangster story o Piccolo grande uomo.

ZanoDenis  @  22/03/2015 14:56:14
   6 / 10
Film di penn specchio di quell'epoca, in realtá niente di memorabile, ma comunque intrattiene, la prima parte é abbastanza confusionaria, nella seconda si tiene meglio il filo e si riescono ad apprezzare scene abbastanza significative (quella dei rifiuti e quella dell'esercito, le più memorabili che mi vengono in mente)
Altro punto di forza del film sono sicuramente le canzoni che prevalgono spesso e volentieri e sono veramente carine. Tuttavia non riesce a lasciare il segno nonostante sia abbastanza gradevole.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  20/05/2009 18:01:43
   6½ / 10
Sì, sono d'accordo con Kowalsky. E' un film che decisamente mostra le crepe del tempo. Si vede che è molto legato ai costumi dell'epoca in cui è uscito. Lo scopo era quello di mostrare in maniera positiva uno spaccato di vita di un giovane americano alternativo. Si tratta di Arlo Guthrie, il figlio del grande Woody Guthrie, che nel film interpreta se stesso. Allo stesso tempo, però vuole essere anche rappresentativo di tanti altri ragazzi che all'epoca vivevano in maniera simile e quindi essere una specie di manifesto.
Gran parte del film si basa su luoghi, fatti e persone realmente esistiti, a detta di Arlo stesso. Ci ha pensato poi Arthur Penn a mettere il tutto in belle immagini (la cosa più di valore del film).
Se c'è realtà nel film, questa viene in qualche maniera stilizzata. Intanto si cerca di dare al tutto un tono scanzonato e ironico, prendendo decisamente le parti dei protagonisti e del loro modo di vivere. Lo scopo è quello di mostrare come gli "hippy" (quelli che vivono senza schemi prefissati tipo famiglia o soldi e che si godono liberamente i piaceri della vita - dicasi sesso e droghe libere), siano persone normalissime, pacifiche, aperte, solidali, unite; insomma un modello positivo.
I contrasti con il mondo tradizionale sono attutiti dall'ironia. I bigotti, i perbenisti, le autorità sono tutti presi amabilmente in giro e fatti apparire come vecchi, obsoleti o fuori moda. Sono molte le scene comiche, tanto che il film spesso assume l'aspetto della commedia.
L'ironia non risparmia neanche i protagonisti, tanto che senza volerlo, il film mostra chiaramente i limiti del modo di vivere preso a modello nel film. Prima di tutto ogni cosa, ogni progetto ha qualcosa di precario che lo rende poco affidabile o duraturo. Arlo stesso non sa scegliere il proprio futuro e decide di non decidere, facendo della ricerca qualcosa di fine a se stesso. La libertà sessuale porta spesso a gelosie o rancori, mentre l'uso di droghe può degenerare nella dipendenza e nell'autodistruzione.
Il film in qualche maniera fa intuire queste contraddizione; stempera però il tutto nell'atmosfera leggera, ironica e celebrativa della stagione dei fiori. E' certamente un grosso limite del film. L'altro limite sta nel protagonista stesso, che sarà un buon cantante ma che non vale molto come attore.
Detto questo rimane comunque un film molto piacevole; un come-eravamo divertente e interessante.

AKIRA KUROSAWA  @  30/09/2008 15:17:36
   6½ / 10
bel film di penn, non certamente a livello di suoi capolavori come piccolo grande uomo o gangster story, ma tutto sommato un buon film che descrive e mostra in maniera dettagliata la vita degli anni sessanta.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/04/2008 20:26:33
   7 / 10
Un piccolo classico del cinema post-sessantottino, questo di Penn, che si avvale dell'interpretazione (se non sbaglio autore anche di brani della colonna sonora) di Arlo Guthrie, figlio di Woody e dignitoso folksinger (non come il padre, ma comunque rispettabile). Rivisto oggi, mostra pecche e ingenuità, è invecchiato parecchio, ma resta un film piacevole e complessivamente ancora molto godibile. Certo la sequenza della visita di leva sembra la stessa citata da Milos Forman in "Hair"... misteri di un certo tipo di cinema

Beefheart  @  19/04/2008 10:09:51
   6½ / 10
Una commedia generazionale, un pò confusionaria e datata, che verte sul fenomeno hippy e le sue contraddizioni. La storia racconta le peripezie che un giovane Arlo Guthrie (nella parte di se stesso), musicista, figlio dei fiori, deve compiere insieme ai suoi compari per tirare avanti nonostante uno stile di vita a volte difficile ed i pregiudizi della gente "normale" e bigotta. Il tutto è tratto dalla sua omonima ballata e quindi non manca l'accompagnamento musicale blues-folk; chitarre ed armonica a bocca appaiono spesso, suonate dallo stesso Guthrie, di volta in volta accompagnato dall'amico di turno. Tra questi appare anche Peter Seeger, nella parte di se stesso, che si cimenta in un duetto chitarra/banjo insieme ad Arlo. Abbastanza intenso l'omaggio al personaggio di Woody Guthrie (padre di Arlo morto due anni prima dell'uscita del film), rappresentato morente nel letto d'ospedale. Nel complesso non è niente di memorabile ma certamente consigliabile ai nostalgici di quel "movimento".

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