amore, piombo e furore (1978)

Spaghetti western fuori tempo massimo ,ma non e' il termine piu' corretto per definirlo.
Hellman cerca di fondere assieme il western di Peckinpah ( che compare pure in un breve, ma significativo e memorabile cameo) con quello italiano introducendo anche nuovi elementi a volte spiazzanti come le continue scene d'amore ( piuttosto insolite in un western) quando entrambi i generi erano praticamente estinti: immagino abbia incassato molto poco.

Ma e' tutt'altro che un brutto film e i personaggi sono tratteggiati in modo mai banale ( Testi in una delle sue parti migliori ,ma Oates ruba la scena a tutti ) e penso di non aver mai visto in un film una love story descritta in modo cosi' delicato e toccante: certi dialoghi sono di una profondità e dolcezza disarmante...

il finale puo' lasciare molto amaro in bocca, ma merita la visione.

Western poco convenzionale di Hellman, dai toni meno epici di un Sergio Leone ma accomunato da quell'atmosfera crepuscolare da fine di un epoca. Molto più attento alla caratterizzazioni dei personaggi che offrono risvolti per nulla banali e con qualche spunto originale, rispetto alle scene di azione vera e propria. Bello il cameo di Peckinpah, nei panni di un biografo di leggende del west, un'apparizione tutt'altro che casuale e densa di significato. Segna il passaggio del west nella sfera leggendaria, vera o artefatta che sia. Un elemento che sarà ampliato magistralmente dall'Eastwood di Unforgiven.