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"Angeli bianchi… Angeli neri" è giunto ai nostri occhi con una invisibilità giustificata, Luigi Scattini, regista del documentario, non è un'icona registica di primissima fascia, il tempo e tutte le macchinazioni dello stesso cancellano tranquillamente ed incondizionatamente il tutto.
A dire il vero, questo film/documentario italiano ha dalla sua una serie di buone cose, probabilmente nulla di trascendentale ed epocale, ma in cuor suo, "Angeli bianchi… Angeli neri" ha una sua portata (anche filosofica) e illustra un mondo che non è noto a tutto ove si cerca, attraverso l'esercizio di strane cose, di raggiungere un concetto di sopravvivenza nell'eternità, o cose del genere. Da una parte quindi gli angeli bianchi (quelli che fanno riti per il bene) dall'altra quelli che si muovono su fili pericolosi, inneggiano il male. La voce narrante e lo stile documentaristico riescono a sorprendere il pubblico, all'inizio l'interesse è maggiore poi col tempo scema un po' tutto, cioè siamo dinanzi ad una reazione che può esser definita fisiologica e inevitabile. Non latitano curiosità varie; i riti brasiliani sono spettacolari e crudi nell'esecuzione, ma nel loro ventre, hanno una logica, una sorta di rito propiziatorio che si eleva verso la purezza, verso le entità superiori. I riti neri (angeli neri) sono artisticamente parlando godibili, forse però parliamo di pseudo documentario, ma poco importa.
Consigliare il film di Luigi Scattini ad una massa che si muove distratta diviene impensabile e anche inconcludente, per chi legge queste righe e prova interesse nel processo (personale) di cultura "Angeli bianchi… Angeli neri" è una interessante soluzione.
Mondo-movie diretto da Luigi Scattini e caratterizzato da un idea abbastanza interessante,sviluppata purtroppo in modo molto noioso e ripetitivo. Discreto naturalmente dal punto di vista tecnico. Non vale la perderci tempo.
All'epoca poteva essere interessante lo spunto (solo quello però) ma questo mondo movie di Scattini è solo una carrellata monotona e noiosa di presunti santoni e ciarlatani. Il bisogno di spiritualità nelle cosidette civiltà moderne occidentali poteva renderlo più appettibile (poppe al vento a parte), depurandolo delle digressioni brasiliane e quindi restringendo il campo, ma aldilà del commento gradualmente irritante di Salerno non c'è vero approfondimento. Vero o falso che sia è secondario. E' l'apparato complessivo ad essere tutt'altro che brillante.