august in the water (1995)

Un film molto particolare ed affatto facile, non per tutti i gusti, ma capace di affascinare come pochi. Ishii non sceglie la strada della fantascienza distopica proponendo scenari ipotetici, bensì utilizza il quotidiano di una città giapponese che viene colpita da una misteriosa siccità che provoca una malattia che pietrifica l'utero. L'acqua è l'elemento centrale del film. Purificatore nella sua catarsi finale e negativo dato dalla sua mancanza che causa uno squilibrio forse di origine aliena. Una storia che diventa surreale, visivamente molto valida e straniante ed accompagnata da una musica efficacissima nel suo minimalismo.

Il viaggio nel sogno di Sogo Ishii. Un film surreale e surrealista che vive di silenzi, luci, ombre e soprattutto di tantissima acqua. Un film da trip, lento e avvolgente, che parte già vincente da una trama già abbastanza poco convenzionale.

Regia e fotografia fanno il resto, accompagnandosi in più punti da una suggestiva e bellissime musiche industrial e ambient. E poi il diapanarsi di funghi, meteoriti, incidenti, gare di tuffi, alluvioni, traumi cranici, siccità, sogni. Sogo Ishii al suo meglio, prima di disperdersi in certe follie fini a sè stesse di inizio ventunesimo secolo, riesce ad immergersi ad apnea nella giusta fascinazione, confermando il suo altissimo talento visivo in un'opera finalmente compiuta (in attesa di gustarmi anche "Labyrinth Of Dreams").

Sicuramente non per tutti, perchè troppo celbrale e stravagante, ma per chi (come me) adora il cinema che non si pone barriere, non è da assolutamente da perdere. Parte finale meravigliosa.

Un allucinante trip che avvolge e che getta a capofitto in un oceano di sensazioni e sospiri. Un film che culla e che sconvolge. Bello.

Tuffarsi nel vuoto in un soffio.