baby (2020)

Baby è una fiaba nera abbastanza classica nella struttura narrativa. Ulloa ha diretto pochi film in oltre trent'anni di carriera. Non li conosco tutti ma Alas de Mariposas vale veramente la pena. E' un film senza dialoghi, narrato unicamente per immagini comunque comprensibile nella sua struttura di base. Una madre tossicodipendente che vende il proprio bambino appena partorito, ma il cui istinto materno la induce a mettersi alla sua ricerca e recuperarlo da una sinistra anziana signora che vive in una casa nel bosco, come da buona favola nera, insieme ad altre due donne, una adulta ed una ragazzina, altrettanto sinistre. Un antro delle streghe o potrebbero essere le tre parche, per differenza di età fra loro. Un antro putrido e sordido dove il neonato in una notte cambia etnia. Il film è abbastanza ostico, piuttosto carico di simbolismi legati agli animali, ma ben fotografato a ben recitato dalle attrici. Nessun personaggio maschile in una storia esclusivamente femminile. Affascinante sia pur di non facile visione.

Terribile, un film irritante oltre ogni misura. La musica iniziale è insopportabile, tutto il resto è noioso e patetico.
Uno dei peggiori film che abbia mai visto.

Una sorta di racconto di formazione,ipnotico,criptico ( forse per certi versi anche troppo) ed oscuro, elegantissimo e diretto con maestria e sensibilità.
Un film che sfugge da ogni classificazione di genere,privo di dialoghi e che mescola l'horror esoterico e folk con il dramma,andando a toccare ( anche se forse in modo un po' superficiale) argomenti come la maternità, mercificazione dell'essere umano ecc...
Uno di quei lavori che sicuramente dividerà il pubblico ma che merita assolutamente una visione.

Inquietante, cupo, polveroso....
Mancano completamente i dialoghi ma te ne accorgi solamente alla fine...

La scelta del regista è quella di lasciare libero lo spettatore di autoraccontarsi la storia che gli si presenta davanti, senza il bisogno di parole (0 i dialoghi nel film) e senza le chiare ed esaustive spiegazioni riguardo i (pochi) personaggi.
BABY è (semplicemente) un racconto di formazione, una storia di pentimento e redenzione, realizzata e presentata in maniera criptica ma, allo stesso tempo intuitiva, con una certa durezza nei toni e nelle immagini che può piacere o meno ma che, certamente, non lascia indifferenti.