caccia sadica (1971)

Paesaggi favolosi, da montagne innevate a campi che ricordano giungle vietnamite, fanno da sfondo a questa storia di scappati di casa, che arrivano a far fuoriuscire tutta la loro bestialità, nel corso della fuga. Non si sa bene lo spazio e il tempo quali siano, pur contenente riferimenti all'attualità, di sicuro la battaglia psicologica fra uno dei galeotti e l'elicottero in caccia grossa è decisamente seducente.

Il soggetto mi ha ricordato molto "La parete di fango", anche se con le dovute differenze. E' un film di ottima fattura, soprattutto nelle suggestive riprese aeree dalla fotografia mozzafiato, il ritmo lento e i silenzi interrotti solo da una musica molto particolare, quasi da film horror, le buone interpretazioni della coppia di protagonisti. Paga solamente una certa ripetitività delle situazioni, vista la trama abbastanza risicata avrei tagliato un po'.

Senza dubbio comunque un film da recuperare.

Allora, il film

"DRIIIN! DRIIIN! Pronto?... Ah, ciao mamma... no, adesso ho da fare, sto commentando un film su facescoop... sì, quello dove sono praticamente capo-redattrice, sì... no, le tagliatelle all'uovo non prendermele, sai che sono allergica ai derivati del cùlo della gallina... devo staccare, c'ho lavoro qua che... ok, ciaciacia, ciaciaciaciao!"

Scusate, era mia mamma! Allora, dicevo che il film non è

"DRIIIN! DRIIIN! Pronto??? Uehiiii cuginastro!!! Sì son qua che stavo scrivendo su un sito dove c'ho un certo prestigio, sì sì... uhauahuah ok... no uhauahujauha... senti devo staccare che devo commentare un film! Ciaciaciaciaciao!

Scusate, e che è stamattina, il centralino dei vigili urbani qua?! Allora dicevo che il film non è male, stantio il giusto visto che si parla del '71, accettabile dai, ma non parlerei di capolavoro straniante e fantascientificamente importante per l'umanità come nei commenti precedenti si chiacchiera.
Accettabile!

Straniante quanto affascinante il film di Losey non offre coordinate precise se non due prede e una caccia all'uomo di un elicottero che volteggia sopra le teste dei fuggitivi danzando e giocando, fino ad un certo punto, con i due uomini in fuga. Anche quando la storia si prende le sue pause per spiegare meglio i personaggi non ci sono mai dettagli che ci possono far intuire in maniera definita un prima e un dopo di Mac e Ansell. La loro evoluzione avviene sempre in itinere, a seconda dei loro bisogni e necessità di raggiungere il fantomatico confine e di sopravvivere ai propri inseguitori. La grandezza di questo film consiste nel mantenere misterioso ed indefinito il tutto, dai personaggi alla natura degli stessi inseguitori fino ai luoghi, paesaggi che diventano astratti e metafisici travalicando qualsiasi collocazione di genere per questo film, autentico capolavoro della filmografia di Losey.

Intricato, lascia trasparire poco del contesto, ma comunque riesce a coinvolgere. Belli scorci di natura!

Coinvolgente ed estenuante caccia all'uomo con due fantastici attori quali Shaw e McDowell. Un film violento, avvincente e senza tanti fronzoli, in cui il regista Losey tiene lo spettatore teso come una corda di violino dal primo all'ultimo minuto grazie ad un ritmo mozzafiato e sostenuto (si parte subito in quarta con la fuga a piedi dei due fuggiaschi, stremati e costretti all'impossibile a causa dello "scheletro nero" senza nome, senza faccia e senza vita che da subito si diverte a torturarli sia fisicamente che mentalmente), ad una magnifica fotografia ben attenta nel catturare la bellezza del paesaggio splendido ma anche senza via d'uscita, ad una sceneggiatura che con abilità abbozza appena il background e la psiche dei protagonisti (aumentando così la curiosità di chi guarda), e alle ottime musiche di Richard Bennett, suggestive e decisamente inquietanti.
Soffre di qualche simbolismo di troppo, di un paio di sequenze tirate eccessivamente per le lunghe, e di qualche caduta retorica nel finale, è vero; ma sono difetti che fortunatamente non sovrastano i tanti pregi che la pellicola ha da offire.
Un'incalzante fuga in terra di nessuno e una piccola perla del cinema inglese anni 70 che merita assolutamente di essere riscoperta.

Nota: che Konchalovskij abbia preso anche una minima ispirazione da questo film per il suo "A 30 Secondi dalla Fine"?

Film strano ma allo stesso tempo coinvolgente che sviluppa una storia enigmatica, scarna di indizi.. I due protagonisti - il più maturo Shaw e il giovane McDowell, bravi entrambi - sono abbozzati dalle loro azioni e da quel vago che si riesce a estrapolare dai dialoghi durante il tentativo di sfuggire al loro inseguitore - quest'ultimo caratterizzato in una breve scena da un qualche cosa di morboso, disturbante.. Molto efficaci le musiche - abbinate alle sequenze di paesaggi suggestivi - a creare un senso di inquietudine crescente quasi ci si trovasse in un sogno o meglio in un incubo.

Il più strano e suggestivo film di Jopseph Losey è indubbiamente questo "Figures in a landscape", per me un film di culto.
Losey parla di due personaggi ("figures" nel fantastico titolo originale), fuggitivi, Robert Shaw e Malcom Mcdowell, che corrono in una terra desolata verso "un confine"/libertà braccati da un onnipresente elicottero.

Molto astratto, assolutamente affascinante e con panoramiche splendide, "Caccia sadica" è tutt'altro che la solita cronaca di un'evasione.

Consigliato, è un gioiello del cinema inglese degli anni '70.