In un'America sull'orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.
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"Civil War" è una di quelle pellicole che ormai non si fanno più. Tematicamente attuale ma allo stesso tempo girato alla vecchia maniera. Garland sembra non prendere posizione, in realtà (in modo sottile) vengono colpiti soprattutto la parte più conservatrice dell'America e gli aspetti più malati dei mass media. E' stato già fatto prima è vero, ma è sempre giusto ribadirlo quando ormai nel panorama statunitense non lo fa più nessuno (ci voleva un britannico). Non vengono narrate le ragioni della guerra civile e non lo ritengo un problema, anzi per noi spettatori lo stimolo è maggiore nel porsi domande. I reporter di guerra si sono già visti sullo schermo, ma molto meno in una guerra civile e le fazioni dei vari personaggi che loro incontrano non sono comunicate, ma da quello che dicono (e fanno) si possono sicuramente intuire. Il fuorviante titolo potrebbe far pensare ad un "war movie", il film è tutt'altro, un road movie che dopo una prima parte interessane e introduttiva, esplode nelle sequenze dell'incontro con i due militari nella "fossa comune" e nel finale con l'assalto a Washington. Tensione che si alza sempre di più, insieme al coinvolgimento. Ottimo il cast e non banale la scelta della colonna sonora. Sarà sicuramente tra i film migliori dell'anno.