cocaine cowboys (2006)

Documentario che racconta la diffusione della droga e la guerra per il controllo di essa che insanguinò Miami negli anni 70-80.
La storia viene raccontata dai protagonisti di questi fatti,trafficanti,corrieri della droga,killer,poliziotti,l'affresco di Miami che ne esce è veramente inquietante,una città che ha conosciuto la ricchezza e la crescita economica grazie alla coca e al sangue.
Vengono presentati e descritti alcuni personaggi veramente inquietanti,sopra a tutti Griselda Blanco (assassinata da due killer l'anno scorso in Colombia),responsabile di aver ordinato oltre 200 omicidi in pochi anni,un personaggio che lascia senza parole.........
Un film sicuramente interessante,ben realizzato tecnicmente, merita una visione

Discreto, completo, vero, documentato; un documentario che non conoscevo e che mi stupisce (positivamente) vedere abbastanza diffuso in rete.

E' praticamente un libro di rievocazione storica filmato, con tanto di immagini sanguinose; curioso sapere che molti edifici di Miami sono stati pagati con il denaro proveniente dalla droga (che ha praticamente contribuito all'evoluzione della città).

Cifre, date, nomi...al film non manca certo la precisione e 2 ore non stancano visto che riguardano soggetti che hanno originato film e serie tv molto famosi.

E' talmente focalizzato e particolareggiato che, ripeto, mi stupisce abbia avuto così successo e francamente lo facevo anche più vecchio (i 9 anni che dimostra mi sono sembrati 20).

Insomma, un film riuscito ma, con i pro e i contro, non mi è parso il massimo del mainstream (anche per scene e temi trattati); lode comunque a tale Billy Corben.

Un fascinoso ed inquietante ritratto della Miami anni 70-80.
Brutale, veritiero, analitico, svela con una equilibrata neutralità le dinamiche concrete e i protagonisti attraverso i quali si fondò quell'impero della droga che tanto ispirò celebri opere come Scarface e Vice City. Come già sottolineato prima di me, la realtà supera di gran lunga l'immaginazione mostrandosi come dura e spietata terra di conquista da parte dei più forti e dei più intelligenti.
Colombiani e cubani, sicari e vittime, trafficanti e corrieri: una galleria di personaggi spogli di qualsiasi fascino "cinematografico", ripresi nella loro durezza e cinica veridicità (una su tutti, Griselda Blanco, terribile e crudele oltre ogni spettacolarizzazione).
Oltre a ciò, ho apprezzato l'assenza sul finale di una "predica" moraleggiante che stemperasse la brutalità dei fatti appena narrati, e anche che venisse sottolineato come da tale violenza e illegalità fosse derivata, inaspettatamente, una esponenziale crescita economica che ha reso Miami la città noi tutti abbiamo sempre immaginato, quasi a ricordarci che la Storia, e le storie, sfuggono a qualsiasi logica definitoria e che sono sempre al di là o al di qua del bene e del male assoluto.

Guardando il documentario di Corben la prima cosa che salta in mente è che lo Scarface di De Palma non è poi così lontano dalla realtà della Miami di fine anni settanta...anzi, volendo, la realtà è assai peggiore, come se De Palma, all'epoca, ci sia andato anche troppo leggero. Personaggi come Griselda Blanco sono talmente fuori contesto da sembrare macchiette di pura fantasia (più di duecento omicidi commissionati dalla "Godmother" in neanche dieci anni), per una città molto simile a una zona di guerra, dove per arginare "il problema" Regan fu addirittura costretto a intervenire con militari, CIA ed F.B.I. Il documentario regge principalmente sulla forza dei fatti riportati, con un Corben praticamente fuori contesto (nessun intervento fuori campo e zero commenti verbali e non): due corrieri della droga e un killer ancora dietro le sbarre, raccontano una storia assurda per proporzioni e aneddoti, tra banche costrette a non accettare più soldi, negozi di Rolex incapaci di fronteggiare la richiesta, concessionari Mercedes multimilionari, soldi sporchi nascosti in giardino, somme di denaro accumulate assolutamente inimmaginabili, omicidi, gurriglie urbane, Pablo Escobar, il cartello di Medellin, il governo colombiano e molto altro ancora. Il ritmo imposto dal montaggio è indiavolato, il bombardamento di informazioni non è affatto facile da recepire, ma la materia analizzata è davvero esplosiva, per un pezzo di storia che attraverso il cinema conoscevo solo marginalmente. Per chi volesse approfondire l'argomento, Cocaine Cowboys è un prodotto assolutamente necessario.

Godibile documentario sui fatti di cronaca legati al narcotraffico, che insanguinarono Miami tra gli anni '70-'80.

Accompagnato da interviste, testimonianze e anche da foto di morti ammazzati, si lascia vedere e non manca di lasciare sconvolti.

Ragazzi ricordate sempre: la mafia è una mer*a.
E benchè "Scarface" sia forse il più bel film di De Palma, non va preso ad esempio di vita - siate critici.

cocaine cowboys è l'appellativo con cui erano definiti gli squadroni della morte cubani e colombiani che affogarono nel piombo miami durante gli anni più anarchici della lotta per il controllo del narcotraffico, quando i disperati scaricati da castro da una parte e gli emissari delle famiglie ochoa e escobar dall'altra, resera l'odierna patria delle ragazze in bikini e dello spring break lo scenario di un film di peckinpah.
il documentario si snoda fra interviste ai veri signori della dorga del periodo e mostra senza romanzature quello che di reale stava dietro a scarface e a miami vice, e lo fa in maniera impietosa, senza lesinare su corpi crivellati, intrighi politici e figure talmente folli e oscure (come quella di griselda blanco) che sarebbero esagerate perfino in un film exploitation.
quando la realtà è più shockante della finzione.