ghosts…of the civil dead (1988)

Per più di un regista nato e formatosi artisticamente in Australia questi sconfinati deserti sembrano qualcosa di imprescindibile, talmente bello e talmente forte da segnarti dentro. Quest'immagine arida ed isolata ritorna fortissimamente nel racconto di questi carcerati, lasciati alla loro sciagura e poi torturati ulteriormente.
In GHOSTS…OF THE CIVIL DEAD sembra di vivere un girone infernale privo di rumori che non siano urla e lamenti strazianti, un ambiente soffocante nella sua crudezza che non lascia indifferenti.
La critica a questa forma di giustizia sociale e all'abuso della forza armata viene messa sotto gli occhi dello spettatore, che assiste ad una serie di violenze scatenanti in attesa dell'esplosione di violenza finale, che però si scatenerà con il freno a mano tirato. La regia asettica di John Hillcoat funziona bene quando si tratta di violenza psicologica ma funziona meno bene quando si tratta di violenza fisica. In una produzione indipendente come questa l'anarchia può veicolare il messaggio meglio di un linguaggio serio, solenne e morigerato.