golfo del messico (1950)

Un bel noir moderno teso e godibile fino alla fine.

Dal romanzo "Avere e non avere" di Ernest Hemingway sono stati tratti 3 film diversi: il migliore resta "Acque del sud " di Hawks, mentre questo e soprattutto "Agguato nei caraibi" di Siegel sono un pò più deboli, sebbene molto più fedeli all'originale letterario. Al lavoro di Curtiz in verità non manca molto per arrivare al livello del capostipite, solo un pochino di atmosfera ed una coppia di protagonisti dal trascinante appeal come lo erano Bogart e la Bacall. Qui il tasso di azione - finale compreso - è comunque superiore: una buona notizia per chi si vuole divertire con avventure vecchio stile.

Davvero bello questo secondo adattamento cinematografico tratto da un romanzo di Hemingway, superiore anche per me ad "Acque del sud" del 1944. Nota di merito alla prova di Garfield che ben caratterizza nella sua drammaticità il protagonista della vicenda.

In effetti forse il miglior Garfield è stato diretto da Micheal Curtiz (ma non solo lui). E se dicessi che "Golfo del Messico", secondo adattamento di "avere e non avere" è anche superiore al pur ottimo "Acque del sud" con Bogey e la Bacall? Eppure è così: Garfield costruisce un personaggio ancora più amaro, penetra dentro le sue inquietudini, stordisce lo spettatore con la sua bruciante (e in un certo caso preveggente) sconfitta... e anche se la Neal non ha certo il carisma di Lauren Bacall l'ambientazione del film e la capacità di Curtiz di delineare il senso di imminente pericolo restano straordinari.
Un grandissimo post-noir, dove vivono immagini che sembrano davvero uscire dalle pagine di Hemingway.