hanno cambiato faccia regia di Corrado Farina Italia 1971
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hanno cambiato faccia (1971)

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locandina del film HANNO CAMBIATO FACCIA

Titolo Originale: HANNO CAMBIATO FACCIA

RegiaCorrado Farina

InterpretiFrancesca Modigliani, Geraldine Hooper, Giuliano Disperati, Adolfo Celi

Durata: h 1.30
NazionalitàItalia 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1971

•  Altri film di Corrado Farina

Trama del film Hanno cambiato faccia

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Voto Visitatori:   7,75 / 10 (12 voti)7,75Grafico
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Voti e commenti su Hanno cambiato faccia, 12 opinioni inserite

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alex94  @  06/05/2022 15:42:50
   6½ / 10
Il parallelismo tra vampirismo e capitalismo è banalotto e non particolarmente originale, fortunatamente il regista pone l'accento sul potere rimbecillente della pubblicità dando vita a sequenze grottesche niente male.
Tecnicamente non siamo su livelli eccezionali,la regia risulta piuttosto grezza ( almeno nella scelta delle inquadrature) e non sempre riesce a dare il giusto ritmo alla vicenda,bene invece il cast,nel quale ovviamente svetta Adolfo Celi,in grado di donare il giusto carisma al suo ingegnere Nosferatu, inquietanti e solenni le musiche.
Trovate bizzarre ed interessanti non mancano e permettono di passare sopra ai diversi limiti della pellicola,che per quanto imperfetta merita sicuramente un recupero.

Colibry88  @  07/11/2016 05:18:05
   8½ / 10
Incredibile sorpresa questo horror fantastico (genere) di Farina. Ammetto di non averlo mai sentito nominare prima e me ne dispiace perché l'ho apprezzato molto. Sorvolerei sulla componente horror, pur degna di nota, per andare subito a menzionare la forte denuncia sociale che la pellicola vuole lanciare. I mostri protagonisti rappresentano quanto di più meschino esista al mondo, una classe dirigente che, attraverso il commercio e il consumo, intende fidelizzare e quindi schiavizzare l'essere umano. Non possono sfuggire interessanti e coraggiose invettive lanciate anche al mondo religioso e politico. Molto buono. Una sorpresa assai gradita.

The BluBus  @  27/07/2016 23:32:09
   8½ / 10
Geniale. Assolutamente originale e affascinante, i tratti da B movimento sono un pregio e non un difetto, da vedere assolutamente

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  20/06/2016 20:47:30
   7½ / 10
Ottimo horror di critica sociale purtroppo abbastanza sconosciuto. I vampiri sono i "padroni", la "classe dominante", succhiano il sangue del proletariato e lo ammaliano col consumo.
Critica sociale piuttosto lucida per un film piuttosto atipico nel panorama italiano. Da riscoprire.

DogDayAfternoon  @  15/01/2016 13:46:11
   7 / 10
Definirlo strano e particolare è dir poco. Tutto è surreale, dai dialoghi ai personaggi, sembra veramente di essere in un mondo parallelo. La regia è eccellente, tutti gli altri aspetti (dialoghi, sceneggiatura) sembrano appartenere a un b-movie ma rendono il tutto ancor più maledettamente affascinante.

La confezione ha quindi il suo perché, ma andando avanti nella visione non l'ho trovato così spinto e sorprendente come mi aspettavo dai commenti precedenti e dalle fasi iniziali del film. Forse anche fin troppo strano per colpire veramente nel segno.

Tema principale della colonna sonora veramente azzeccato.

dagon  @  08/06/2015 19:29:32
   8 / 10
Questo film l'ho scoperto grazie ai commenti degli utenti di filmscoop. Veramente un piccolo gioiello, atipico, metaforico, simbolico. In qualcosa mi ha ricordato la serie TV "Il prigioniero" (le 500 sono un po' l'equivalente degli sferoidi/rover) ed è caratterizzato da un fortissimo messaggio contro la manipolazione delle masse operate dai pubblicitari (assimilati ai vampiri). Considerato che è opera di uno dei più famosi registi di Spot del tempo è ancora più interessante. Molto ricercato da un punto di vista estetico è l'ennesima testimonianza di un cinema italiano che, in altri tempi, spaziava ed osava.

Neurotico  @  20/03/2015 17:59:17
   8½ / 10
"Hanno cambiato faccia" è un coraggiosissimo film di denuncia e critica sociale diretto da Corrado Farina, che sfrutta il vampirismo come dimensione metaforica per parlare del potere delle classi dominanti che assoggettano e plagiano il popolo, asservito ai loro scopi e piegato totalmente ai loro voleri, grazie ad una strumentalizzazione della cultura operata soprattutto a livello mediatico.

Gli oppositori vengono trasformati in collaboratori (come la viaggiatrice "nuda" e misteriosa Laura) e agli uomini che sono già parte integrante del sistema viene inculcata, fin dalla nascita, l'ideologia dominante fatta di consumismo e pubblicità.
Così succede che l'ing. Alberto Valle venga invitato nella villa del Signor Nosferatu, da cui sarà premiato, per la sua abilità tecnica, con un posto altolocato nella scala gerarchica di quella classe che si può definire "Aristocrazia Tecnocratica".

Capeggiata dal padrone assoluto Giovanni Nosferatu (colui che muove i fili nascosto dietro la facciata dove operano i capi, in realtà solo meri esecutori) e costituita dal clero e dagli intellettuali asserviti al potere, la Casta dei dominanti controlla le masse, ne programma la vita, le gratifica con l'illusione del libero arbitrio, e ne indirizza le attività sfruttandone l'energia, esattamente come un vampiro succhia il sangue vitale delle sue vittime.

Questo è ciò che emerge dal punto di vista dei contenuti, che seguono l'inerzia critica e ribellista delle contestazioni studentesche ed operaie del '68. Dal punto di vista formale il film di Farina è costruito su bellissime atmosfere nebbiose, tetre, e gli interni opprimenti e clasutrofibici esaltano il senso di angoscia che si respira per tutto il film, e che accompagna il graduale percorso del protagonista verso la scoperta della Verità, per cui la realtà che si crede davvero esistente è solo una facciata che nasconde i veri interessi in gioco.
Le 500 a mò di scorta (o cani da guardia) sono ottime trovate non solo come orpelli "poetici" che abbelliscono esteticamente il film, ma anche come metafora, per cui esse, una marca automobilistica orgogliosamente italiana, diventano uno strumento nazionalistico preposto alla difesa della roccaforte borghese, tempio dove convergono svariate anime (religione, cultura, pubblicità) unite dall'intento del dominio.
Un (mezzo) capolavoro assolutamente da riscoprire e attuale ancor oggi nei suoi propositi demistificanti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/08/2012 18:43:53
   8½ / 10
La rilettura del mito del vampiro trova secondo me una delle sue migliori trasposizioni, fondendo la trama horror del Dracula in chiave di critica sociale molto arguta e non priva di trovate intelligenti. Sebbene sia un film che richiama al mito del vampiro di sangue non se ne vede quasi una goccia, nè tantomeno non c'è traccia di canini aguzzi. Del vampiro viene messa in mostra quella che è la sua essenza, cioè un parassita che infetta e si nutre alle nostre spalle, illudendoci perfino con false libertà e gettando briciole di quel benessere allo scopo di corrompere l'anima collettiva. I riferimenti del film di Farina sono abbastanza chiari, non ci vuole molto a capire su chi sia costruita la figura di Giovanni Nosferatu, perfettamente reso da un Adolfo Celi mefistofelico, ma sebbene possa apparire derivativo del periodo post sessantottino e quindi datato, tuttavia mi sembra molto attuale nella sua sostanza perchè in fondo, come dice il titolo stesso, cambiano solo la faccia.

leo1971  @  24/08/2008 11:20:44
   8 / 10
Il vampiro è morto.
il vampiro ora è dentro di noi.
La sete di sangue è stata sostituita con l'assoluta bramosia di potere e di controllo sul popolo.
La nuova linfa per il vampiro moderno è lo sfruttamento tramite il consumismo di massa della nostra personalità, che ci porta a diventare delle larve alla mercè di gingle pubblicitari e bombardamenti mediatici.
La scena della riunione di lavoro in casa del vampiro adolfo celi, rappresenta il minuzioso progetto di annientamento di ogni nostro potere decisionale da parte della "casta".
Altra scena clou quella della stanza dei neonati.
E' già stato deciso dove possiamo arrivare e cosa possiamo raggiungere in largo anticipo.
Film cult straordinariamente in anticipo su alcune tematiche sociologiche dei nostri giorni.
Adolfo Celi conferma personalità e carisma eccezionali anche se presente solo in alcune parti del film.
Emblematico e discutibile il finale, siamo tutti corruttibili anche i più puri.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  13/04/2007 02:48:22
   9 / 10
non conoscevo il regista e il film mi era stato consigliato. non mi aspettavo di trovarmi di fronte a una pellicola così incredibilmente attuale nonostante il passare degli anni. il film è straordinario,di denuncia,pieno di trovate fantastiche,ottimo giusto scenico e buonissima regia. ovviamente il vampiro è una metafora ma mai così azzeccata. frase culto:avete cambiato faccia ma continuate a succhiare il sangue alla gente. fantastico.lo adoro.

phemt  @  17/03/2007 11:31:18
   8 / 10
Film di critica sociale e di contestazione firmato Farina in parte ispirato al Dracula di Bram Stoker… Farina non si nasconde per nulla (anzi!) infatti fin da subito fa chiarezza chiamando Adolfo Celi con il nome Nosferatu e infarcisce il film di tante trovate davvero eccellenti e al limite del weird come le cinquecento che fanno da guardia, le pubblicità invadenti, il socialismo gastronomico o i partecipanti alla riunione (tra tutti spiccano il regista di spot e l’Eccellenza)… La critica c’è ed è pure fatta bene, i vampiri di ieri erano gentiluomini in cerca di sangue di giovani donzelle, quelli di oggi sono industriali capitalisti ed imprenditori in cerca del potere e del controllo, in grado di indirizzare i nostri gusti e le nostre vite per il loro tornaconto personale soprattutto grazie ai mezzi mass-mediatici… Alla fine si scopre che il male non muore mai e vince sempre e probabilmente Farina c’ha visto lungo già da allora…
Davvero ottima la colonna sonora che si sposa alla perfezione con il film (con un paio di tracce davvero notevoli), più che adeguata la regia di Farina… Adolfo Celi non è né Gary Oldman né Max Schreck né Bela Lugosi ma si fa comunque apprezzare e risulta totalmente convincente, meno convincenti sono gli altri due protagonisti, ma va bene così…
Film molto interessante e molto intelligente, naturalmente debitore in grande parte del movimento politico culturale del 68, certo si potrebbe discutere sul messaggio finale del film (dipende sempre da come la si usa la tecnologia), ma rimane comunque un’opera forte, profonda e “profetica”… Forse vale lo stesso discorso fatto per L’Ultimo Uomo della Terra e Reazione a Catena, probabilmente se fosse stato girato all’estero sarebbe un cult, invece (purtroppo) ho il terrore che adesso come adesso lo conosceremo in una trentina (sto esagerando naturalmente!)…

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