homeboy (1988)

Uno di quei film da sdoganare nel futuro, visto che ha ambizioni alte ma non riesce affatto a centrare i suoi obiettivi. Sarebbe un 6 politico ma voglio premiare la buona volonta' di Rourke e del regista. Insolitamente sottotono la fotografia

Pessimo. Gli incontri di pugilato sono fintissimi e senza veemenza. Rourke con quella mascella storta fa ridere i polli. Recitazione complessiva scarsa, altrettanto regia e sceneggiatura prevedibile.

Walken sprecatissimo. Unica cosa da prendere, il tema di Clapton.

Homeboy è un discreto film sul pugilato, ma è un bel film se si considera la prova dei due attori che lo reggono: Walken e Rourke. Affascinante il ruolo del pugile protagonista interpretato da Rourke: dannato, maledetto ma in fondo sensibile e buono.

Rourke veste i panni di un pugile suonato a fine carriera senza vita sociale, senza legami e senza soldi, un solitario che vive alla giornata con i rimorsi di non aver gestito al meglio la propria vita e offre una' ottima interpretazione al pari di quella di The Wrestler, perfetta anche la colonna sonora di accompagnamento firmata Eric Clapton.

Peccato che la regia non sia sempre all' altezza, nota di merito anche a Walken nelle vesti di un malandrino da strapazzo amico di Walker (Rourke), incolore la performance della Feuer... ( conosciuta dai più per aver interpretato la bionda oca al fianco di Adriano Celentano nel film Il Burbero)

Un film passabile, stranamente le scene di combattimento sul ring sono abbastanza deludenti, mi aspettavo di meglio da uno come Rourke che è stato un pugile dilettante.

Sorta di The wrestler anni '80, con la coppia Rourke-Walken de I cancelli del cielo.

Checchè altri dicano, mi viene da lodarli entrambi per interpretazione e coinvolgimento; il film non è perfetto ma è sincero e suggestivo.

Qualche reminescenza da Rocky per la caratterizzazione del pugile un pò suonato.

Ha il fascino delle produzioni indipendenti ed anticonformiste e ne consiglio la visione.

Seresin dirige un film ideato, prodotto e realizzato da Mickey Rourke che interpreta la parte di un pugile un po' suonato, sempre a rischio in ogni suo match, e con l'aria di quello che sembra essere fuori posto in ogni angolo del mondo, innamorato di una giostraia e amico di un ammazza-canzoni, ladruncolo mezza tacca.
Una storia un po' lenta nel suo incedere, interpretata non benissimo dai protagonisti, Walker compreso, e che stenta ad imbastire dei risvolti che possano in qualche modo attirare l'attenzione di chi guarda, rendondo il tutto quasi amorfo e incolore.
Un film che non si fatica a dimenticare.

Un film che poteva dire molto ma che a causa della povertà di mezzi e i problemi di produzione è riuscito solo a metà. Il fatto che sia sconosciuto ne è la prova. L'idea era buona, ma purtroppo gli sviluppi sono piuttosto prevedibili, la vicenda non decolla mai e il ritmo è troppo lento. Anche la storia d'amore tra i due protagonisti (all'epoca marito e moglie) è troppo poco approfondita per lasciare qualcosa allo spettatore.
Appena sufficiente anche sul piano sportivo, viste le scene di combattimento realistiche ma poco avvincenti.
Alla fine, rimangono impresse la strabiliante prova di Walken, piccolo illuso delinquente narcisista destinato a rimanere sempre un signor nessuno, e le deprimenti musiche di Eric Clapton.
Un vero peccato, dato che il personaggio interpretato da Rourke (che per questo ruolo si fece spaccare apposta la mascella da dei pugili messicani), era cucito su misura per lui, così come è stato Randy The Ram in The Wrestler. E come per quest'ultimo, poteva venirne fuori un piccolo capolavoro. Un tassello comunque importante per i fan del Mickey, che qui ci regala una brava, silenziosa e sofferta performance, anche se un pò sottotono.

Voluto fortemente da Rourke, questo film non riesce ad elevarsi dalla convenzionalità. Le buone interpretazioni, più Walken che Rourke, non danno quel tocco in più per rendere questa pellicola da ricordare. La struttura narrativa è alquanto debole e la fotografia mi è parsa troppo patinata per un film del genere invece di spingere maggiormente su un tono più realistico.