hurricane - il grido dell'innocenza (1999)

Norman Jewison ha parlato più o meno di tutti grandi temi sociali del cinema moderno, come capitalismo e razzismo, ma quello sulla necessità e l'importanza della ricerca della giustizia è forse quello che più lo ha accompagnato nel corso della sua carriera.
HURRICANE è una storia potenzialmente interessante dal punto di vista biografico e d'inchiesta ma compensa l'assenza di idee con artifizi e facilonerie che vorrebbero far appassionare lo spettatore ma rovinano solo il film.
Il protagonista è assolutamente impalpabile al netto di un'agiografia che falsifica i fatti reali per osannarlo al meglio. Dovrebbe essere un uomo diventato macchina, un uomo diventato spirito ed un uomo disperato, ma sembra sempre lo stesso, dall'inizio alla fine.
L'utilizzo di personaggi terzi che impersonano l'ammirazione per il personaggio primo è scontata ma non è certo una novità: di sicuro è veramente poco credibile l'attaccamento che hanno nei suoi riguardi. Inoltre far incontrare tutti ha il solo obbiettivo di far scendere la lacrimuccia e rende il minutaggio eccessivamente lungo.
Infine le immagini di repertorio aggiungono un contorno di pochezza di idee che sa di "stuzzichini per nostalgici".