Amedeo Nazzari è proprietario di una cava, Yvonne Sanson una dipendente. L'amore è ostacolato dalle differenze di classe e quando lei partorisce un figlio interviene la madre di lui a sottrarglielo. Alla povera Sanson non rimane allora che chiudersi in convento.
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I melodrammi lacrimosi non saranno il mio pane, e in fondo Matarazzo non fa altro che seguìre le gesta di Mattoli e altri ancora, ma è sicuramente il film migliore della coppia Nazzari-Sanson. Un melodramma davvero ben realizzato, una sorta di neorealismo "dell'anima". Evidente comunque la misoginìa intrinseca del cinema dell'epoca