il fiume (1951)

Tra i grandi del "bianco e nero" passati al colore solo Antonioni con "deserto rosso" ha fatto un debutto cosi folgorante.
Impossibile immaginare questo film senza colore, anche se Technicolor.
Girato in India, non un posto a caso, questo fiume porta con la sua corrente la storia di tre donne innamorate dello stesso uomo.
Tra delusioni d'amore e prime effusioni la voce fuori campo della piu' giovane ci trasporta dolcemente verso un finale non certo positivo.
La vita continua...cosi come lo scorrere del fiume.

Evitando gli stereotipi cinematografici dei film ambientati in India nonché esagerazioni stilistiche e costumi sgargianti Renoir ci racconta delle esperienze di vita con sobrietà tra goie e tragedie

SPOILER. A farla da padrone come già scritto è Il fiume che rappresenta lo scorrere del tempo e il flusso della vita ed è anch' egli protagonista.

Il fiume è la docile arteria del mondo, scorre tra i giardini d’oriente, bagna le ampie scalinate che s’assopiscono lungo le sue sponde, fa prosperare i bazar che fioriscono ai fianchi del suo corso, talvolta si prende una vita, o ne dona un’altra.
Nei pensieri di Harriet attraversa ora le Indie come un ricordo gentile, si porta lontano la sua primavera, i giochi con l’aquilone, gli amori puerili, le poesie giovanili:

“Corre il fiume e ruota il mondo. Alba e tramonti, notti e meriggi e il sole che arde, e il vento, la luna le stelle … Muore il giorno e la fine ha inizio.”

Quando si tratta della ricerca dell'umanità e del senso della vita, Renoir è un regista inarrivabile. Tutto scorre, il tempo, il fiume, le vicende ma alla fine l'uomo continua e riprodursi ed a lasciarsi alle spalle il passato.
Le tre ragazze sono ampiamente seguite nelle loro vicende, ma alla fine non riusciamo a capire cosa sono veramente, restano sfuggenti. Così come avviene nelle realtà, non si riesce a capire cosa veramente pensino le donne.
I colori sono poi un elemento essenziale, ed il suo primo film Technicolor non avrebbe senso in bianco e nero, in quanto l'India è colore così come l'adolescenza.
Insomma un bel film esotico ed intimista dell'immenso regista.

Un fiume(ovviamente) in piena di colori e natura. Una forte denuncia ad un mondo, il nostro, ormai contaminato, attraverso un mondo ed una cultura per lo più ignota all'occidente, quella dell'India. Con uno sguardo, e quindi una regia, partecipe, e si sente, Renoir è l'autore di questo emozionante affresco che parla di una spiritualità che spesso viene a mancare, cercando(trovandola) l'essenza della vita. Qui nel specifico l'India, certo, ma il regista usa un linguaggio semplice, nel tentativo di renderlo universale, proprio come l'acqua di un'unica fonte che, attraverso un fiume, può arrivare a lambire ogni piccola e remota parte terrena. Altro grande Capolavoro.