Una dottoressa della fertilità crede fermamente nella vita e nella morte, ma dopo aver notato lo strano comportamento della sua giovane figlia, deve sfidare i propri valori e affrontare un fantasma del suo passato.
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I temi trattati non sono esattamente nuovissimi, anzi. Oserei dire che a un certo punto diventa anche molto prevedibile e questo guasta un po' la situazione. Ma c'è un coniglio nel titolo quindi l'atmosfera muta in automatico in una roba lynchiana (David l'ha brevettato, adeguiamoci). Senza fare spoiler, il senso metaforico che assume l'animale stesso è bello centrato e ci regala forse la sequenza più riuscita del film. Il resto si mantiene su livelli accettabili, la regia quasi ti fa scordare di essere davanti una produzione di Netflix e l'uso delle musiche è ridotto al minimo senza alcun jump scare. Poi c'è Sarah Snooke, che è bravissima e salva capra e cavoli.