interruption regia di Giorgos Zois Grecia, Francia, Croazia, Italia, Bosnia 2015
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interruption (2015)

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locandina del film INTERRUPTION

Titolo Originale: INTERRUPTION

RegiaGiorgos Zois

InterpretiAlexandros Vardaxoglou, Maria Kallimani, Alexia Kaltsiki, Christos Stergioglou, Maria Filini, Sofia Kokkali

Durata: h 1.49
NazionalitàGrecia, Francia, Croazia, Italia, Bosnia 2015
Generethriller
Al cinema nel Maggio 2018

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Trama del film Interruption

Un adattamento teatrale postmoderno di una tragedia greca classica si sta svolgendo in un prestigioso teatro di Atene. Come ogni sera, il pubblico prende posto e la rappresentazione può cominciare. All'improvviso, le luci si accendono. Un gruppo di giovani vestiti di nero sale sul palco. Si intravede, tra loro, una pistola. "Ci scusiamo per l'interruzione", dice uno di loro, esortando il pubblico dalla platea a raggiungerli sul palco, invitandoli quindi a partecipare. La rappresentazione riprende, eppure qualcosa è cambiato: vanno in scena gli stessi personaggi, ma è il pubblico che comincia a sentirsi diverso...

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Voto Visitatori:   7,17 / 10 (3 voti)7,17Grafico
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Voti e commenti su Interruption, 3 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/04/2024 18:29:39
   7 / 10
Un'opera molto stratificata e concettuale di non facile digeribilità, un po' compiaciuta ma dal meccanismo non privo di fascino. Nella Grecia, patria del teatro, c'è una rappresentazione postmoderna dell'Orestea di Eschilo e ad un certo punto c'è un black out che interrompe la rappresentazione ed entra il gioco il coro che si pone nei confronti del pubblico in un ruolo centrale decisivi di medium con gli spettatori, dirigendo e guidando la rappresentazione con la collaborazioni di alcuni spettatori del pubblico. Aldilà degli astanti presenti sul palco il pubblico è una massa indistinta e distante, che applaude meccanicamente ed incapace di una coscienza critica. Da un certo punto di vista il coro non smuove una coscienza collettiva. Il pubblico rimane sostanzialmente passivo ed inconsapevole del cortocircuito avvenuto fra realtà e finzione. Chiamato a votare sulla colpevolezza di Oreste, risponde con alzata di mano come se fosse un sondaggio. Il teatro visto con la lente cinematografica. Un teatro sperimentale di ricerca ma probabilmente fine a se stesso (gli attori rinchiusi in un cubo trasparente) quasi a marcare una distanza ormai incolmabile che il coro cerca di ricucire. Ammetto che non è di facile lettura, la recitazione è volutamente monocorde e straniante, però, come detto, il meccanismo è interessante e pone delle riflessioni e letture non banali.

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  01/07/2022 13:40:33
   7½ / 10
Film non facile da valutare perche' aperto a molte interpretazioni. Una possibilità e' che la trama prenda spunto da quel sequestro che ebbe luogo a Mosca nel teatro Dubrovka e che ebbe molte vittime come conseguenza. Un'altra e' che l'atto terroristico del protagonista sia l'espediente narrativo per indurci alla metafora di tutto il film. In ogni caso il regista crea una vicenda ricca di suspance, e lo fa in ogni momento, dando il giusto spazio ad ogni attore. Convincente lo staff ed eccellente la fotografia.

marcogiannelli  @  27/01/2019 18:50:48
   7 / 10
Buio, luci artificiali, passaggio dal fuoco al fuori fuoco, virtuosismi visivi di un livello assoluto, insieme a delle inquadrature significative, una camera spesso fissa che non ha bisogno di muoversi troppo.
Probabilmente è questo ciò che ho apprezzato di più di Interruption, ennesimo film greco che mi viene consigliato.
Perché il resto della messa in scena è interessante, intrigante, ma se non si è riusciti a diventare un tutt'uno con gli spettatori del teatro, se non ci si è immedesimati troppo è impossibile apprezzare fino in fondo un film che è molto difficile.

Il film rievoca l'attacco terroristico al Teatro Dubrovka di Mosca del 2002, dilatando all'infinito i primi attimi in cui gli spettatori non si resero conto di cosa stava succedendo, credendo che fosse tutto parte della rappresentazione.

Grandissima recitazione, si tratta di un'opera indubbiamente elegante e studiatissima. Il capo del coro è un giovane uomo magro e dagli occhi malati. Pensavo che la sua parte fosse molto vicina a quegli aguzzini che ti torturano lentamente, senza mai agitarsi troppo, in stile Funny Games.

E' interessante valutare i ruoli che ci sono nel film. Ci sono gli spettatori saliti sul palco, persone ignare di quello che sta accadendo ma che ormai hanno preso il posto degli attori, ci sono i membri del Coro, questi terroristi arrivati ad interrompere lo spettacolo e a dirigere tutto, ci sono i veri attori dell'Orestea che se ne stanno nella casa-cubo impossibilitati ad uscire e poi ci sono gli spettatori del teatro, quelli che per tutto il film possiamo assimilare a noi, spettatori del film.
Sia noi che gli spettatori del teatro non sappiamo se quello che sta succedendo fa parte dello spettacolo. Gli attori, invece, devono per forza saperlo, se questa interruzione fa parte dello spettacolo era senz'altro nel copione, li vediamo infatti preoccuparsi, guardarsi, non sapere che fare, ma niente ci vieta di pensare che non stiano recitando. Di sicuro gli unici che sanno quello che sta accadendo sono i membri del Coro.
Per questo lo spettatore inizia a farsi delle domande, domande che si ripeteranno per tutto il film.
Quello che stiamo vedendo è reale?
Tutto quello che sta accadendo fa parte dello spettacolo oppure no?

E in questo nasce una critica del regista a noi spettatori, noi che vogliamo sempre vedere tutto, indipendentemente se sia moralmente giusto o no, una cosa attualissima ad oggi nel mondo di internet, in cui siamo di fronte a materiale di cui non eravamo a disposizione solo una decina d'anni fa. E noi che abbocchiamo veramente a tutto, non riusciamo a distinguere ciò che è vero da ciò che è finzione. Marionette in mano di politicanti abili a portare a se le masse grazie all'uso della parola.

RIPETO, un'occhiata datecela perché potreste apprezzarlo più di me.

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