in their skin (2012)

Mark, sua moglie Mary e il loro figlio piccolo si trasferiscono per un breve tempo in una casa sperduta in campagna, per stare tranquilli e riprendersi da un lutto (la figlia, sorellina del bambino, è purtroppo morta in un incidente).
Quando arrivano, scoprono di avere un vicino. Anzi, i vicini sono anch'essi un'intera famiglia, padre, madre e figlioletto.
Questi vicini sono però molto strani. Sono invadenti, impertinenti e assumono comportamenti ai limiti dell'insulto. In realtà, essi sono intenzionati ad avere qualcosa di molto importante dalla famiglia di Mark, a costo di prenderlo con la forza.
In Their Skin è un thriller / horror particolare, piacevole. La motivazione che spinge i vicini invasori a fare ciò che fanno è originale e sufficientemente malata :-) tuttavia vi sono alcune forzature e alcune scene grottesche che rendono inverosimile una situazione che inizialmente poteva essere realistica.
In Their Skin rappresenta comunque il thriller ideale per una serata.

L'home invasion in questo ultimo periodo sta proliferando al cinema con prodotti sempre più insulsi ed inconcludenti come questo IN THEIR SKIN.
Se da una parte c'è l'idea piuttosto interessante d contrapporre il male psicotico alla famiglia normale, con tutti gli alti e bassi del caso, dall'altra c'è l'incapacità di offrire qualcosa di veramente sostanzioso che non faccia rimpiangere il tempo speso davanti allo schermo.
Nel film di J. P. Regimbal non c'è pathos, non ci sono grandi novità da evidenziare e non c'è coinvolgimento. Ci sono invece molti clichè, alcuni pure fastidiosi, e poca intensità interpretativa, uniti ad un ritmo narrativo lento e situazioni tirate per le lunghe che finiscono con l'essere estenuanti per chi guarda.
A me non ha entusiasmato e non credo che lo rivedrò ancora.

A me piace abbastanza il genere home-invasion perché cmq il fatto che degli estranei psicopatici entrano in casa tua, cioè proprio il posto dove ti dovresti sentire più al sicuro, penso che metta molta angoscia. Con questo film mi sembrava di far parte della famiglia-vittima, quindi il regista è riuscito a far sembrare tutto molto reale, e questi psicopatici li ho trovati migliori di You're next, cioè il loro motivo mi è sembrata una bella trovata. Poi queste case isolate, in mezzo alla natura, mi mettono sempre angoscia. Poi va bè ci sono sempre i soliti clicchè del genere es.

SPOILER
Cmq l'ho trovato carino. Ero molto curiosa di questo film e ne sono rimasta abbastanza soddisfatta, ovviamente va preso per quello che è. Non è nulla di eccezionale o memorabile, ma una visione la consiglio.

6+

Invasione famigliare in piena regola, la struttura del film è lineare con un inizio principalmente di dialoghi per poi lasciare spazio alla classica invasione che aumenta di violenza nel finale.
Nulla di che e nulla di nuovo però ha la capacità di metterti a disagio, addirittura nei primi 40 minuti ero irritato da quella famiglia di ficcanaso, quasi come fosse successa a me una cosa del genere...non so un senso di déjà vu mi permeava e credo sia perché a chiunque può capitare una imbarazzante situazione in cui si deve far buon viso a cattivo gioco e cercare di comportarsi in modo civile nonostante si volesse cacciare a calci chi si ha di fronte.
IN THEIR SKIN...il titolo è tutto un programma e non è difficile immaginare l'evolversi della vicenda...alla fine è l'ennesima variazione sull'inseguimento del "Sogno Americano", questo concetto è pure sottolineato citando un emendamento della costituzione che sancisce il diritto di proteggere, anche con la violenza, la propria abitazione!

SPOILER
La pellicola sarebbe anche bella ma manca di certo qualcosa...prima cosa ci schiaffano di nuovo la coppia in crisi che ha perso un figlio (se mi avessero dato un euro ogni volta che ho visto un film in cui la storia cominciava così...), la regia poi è abbastanza raffinata ma troppo lenta e statica come a fare il verso ai film d'autore, se poi qualcuno cerca sangue ne vedrà molto poco.
In questo caso l"home invasion" è più psicologica ma non per questo meno inquietante ma anzi da quel punto di vista ne guadagna, ti fa pensare e in certi frangenti ti porta i nervi a fior di pelle!
Il cast non mi è piaciuto: Joshua Close ossia il padre-marito è totalmente apatico e privo di spessore è anche il suo personaggio (avrà i suoi motivi per essere depresso ma l'attore ha estremizzato), invece il suo alterego interpretato da James D'Arcy funziona davvero bene e credo sia proprio per merito di questo attore, Selma Blair bravina ma non irresistibile (non occorreva ci facessero vedere quelle due mozzarelline che ha) mentre Alex Ferris che interpreta il ragazzino è odioso.
Tante buone cose sulla carta ma manca di mordente e non c'è nulla che valga la pena citare o che permetta al film di essere ricordato tra qualche mese, direi mediocre nel bene e nel male.

Alla fine mi sono sparato questo "In their skin".
Mi ero incuriosito abbastanza;alcuni commenti mi portarono ad aggiugerlo nella mia lista di "film da vedere".
Mhà,il fatto che non sia stato portato nel nostro paese non lo vedo un danno enorme...alla fin fine si tratta del solito "home invasion",però un pizzico di rabbia ce l'ho comunque;altre pellicole come "The Strangers" oppure "Them"(che da noi sono arrivate)erano più anonime rispetto a questo;credo che se avessero portato "In their skin" e lasciato a casa le altre due sarebbe stata una scelta più equilibrata(se proprio bisogno portare qualche "home invasion" nelle nostre sale,perlomeno cerchiamo di portare quelle un pochino più valide...vi pare?!)...
E va bhè....comunque questo film risulta carino...a differenza degli altri due film nominati si impegna leggermente di più nel presentare una sceneggiatura meno superficiale,donando a questi personaggi "invadenti" un profilo più elaborato ed efficace nel "giustificarne" le insane azioni.
Insomma,si percepisce qualcosina in più oltre alla semplice invasione dentro casa...e non è poco....
Certo,non è che questo basti per reputarlo un grande film,ma lo si rispetta di più....
Comunque rimane sempre una produzione piuttosto semplice..senza grossi espluà,se non per qualche situazione grottesca...

SPOILER

...anche se alcune reazioni erano troppo surreali...

SPOILER

Però non era girato male,aveva una buona fotografia(anche se troppe scene al buio),e buone musiche d'atmosfera....
...di tutte le varie "home invasion" che ho visto,questa è una delle più accettabili...ma la tematica è quella che è;se non si ha veramente una buona idea è difficile tirare fuori qualcosa di originale....è un genere destinato a morire se non trovano delle giuste formule per arricchirlo.....

Ricorda molto i vari Funny Games, Strangers e Them ma tutto sommato anche se non è per niente originale si fa vedere bene.
Il film parte molto in sordina con i primi venti minuti che sono di una noia angosciante ma poi riesce ad ingranare grazie sopratutto ad un ottima prova della bonissima Selma Blair.
Mezzo punto in più per la musica d'accompagnamento e per il livello di suspance che si mantiene su buoni livelli.
Carino.

Si poteva fare mooolto di più, comunque ci si può accontentare, quanto meno questo film ha il pregio (cosa non da poco) di tenerti saldamente incollato allo schermo, anche se le situazioni proposte sono abbastanza stereotipate e infarcite di tutti i canoni classici delle "home invasions", possibili finali compresi.

Inutile, si salva giusto l'interpretazione della Blair.
Il resto è ridotto a un mucchietto di stereotipi surgelati e riscaldati in padella.
Finale forzato e banale.
La locandina è più inquietante del film.

Non poche volte mi trovo a commentare film semisconosciuti. Questo ''in their skin'' è un horror canadese tutto sommato migliore di alcune pellicole odierne, anche se rispetto ad altri ''home-invasions'' risulta inevitabilmente sconfitto. Il tragico evento che prende piede nella casa Hughes, minacciata e monopolizzata da una famiglia con evidenti squilibri mentali, viene narrato seguendo i cliché classici dell' horror, con un ritmo lento e stancante, fino ad arrivare ad un finale che sa di prevedibile. Vari sono i richiami alla pellicola di Haneke, Funny Games, anche se qui il livello di cattiveria è molto inferiore. Le scene di maggiore tensione, che sono pochissime, si concentrano soprattutto nella parte centrale, dove regnano silenzi imbarazzati, sorrisi e cordialità ipocrite che preludono ad un'esplosione di violenza.
Non deve però stupire se '' in their skin'' è stato criticato pesantemente; la sceneggiatura infatti si prende troppe libertà nel suo sviluppo e la regia è poco talentuosa; alcuni momenti, che avrebbero dovuto essere di forte potenza ed impatto narrativo , risultano piatti e poco entusiasmanti.
Una visione si potrebbe dare, soprattutto se si è amanti del genere!

Rispetto ad altri home-invasion a rapire immediatamente l'attenzione è la contrapposizione tra la famiglia perfetta (o almeno così pare) e quella speculare in senso opposto. Il male è perpetrato non da spietati criminali, bensì da un'unita affine, in cui il decadimento sociale e una visione distorta della realtà hanno portato percezioni distruttive come gelosia e ambizione a sfociare in territori mentali che pongono gli aggressori in una deformazione malata del sacro valore famigliare.
Presupposti importanti non sostenuti però da un lavoro di scavo psicologico adeguato nonostante la bravura del padre invasore James D'Arcy, il migliore insieme all'addolorata Selma Blair, con motivazioni abbastanza approssimative come il background di compagna e figlioletto. Più un escamotage invece l'elaborazione del lutto da parte delle vittime che comunque, per come viene usato, esprime una certa forza.
La violenza fisica è poco presente, tiene banco un subdolo insinuarsi che sfocia in momenti ben congegnati soprattutto quando l' imbarazzo monta durante una cena che si trasforma ben presto in surreale punto di svolta. Purtroppo si perde qualcosa quando dovrebbe essere l'azione a farla da padrone, senza contare che un paragone a livello di cattiveria con pellicole analoghe come l'inarrivabile "Funny games" o il brutale "Secuestrados" è impensabile. Ben riportato il turbamento nel soggiacere a una tale feroce intrusione della propria intimità materiale, meno centrate le giustificazioni alla base dell'atto in cui follia e invidia emergono con troppa semplicità.

Scontato e prevedibile prodotto che ha qualche timida assonanza a Funny games di Haneke, senza la capacità di gestire i vari elementi a disposizione con la maestria di Haneke. Colpa di uno script che non ha la capacità di decollare, non privo inoltre di tante, troppe forzature e di una regia che smorza bruscamente quei rari momenti in cui la tensione poteva, in linea teorica, raggiungere discrete punte. Credo che gli attori siano probabilmente i meno colpevoli di tutti. Il materiale a disposizione è povero e non possono fare miracoli. Ci mettono impegno, va dato atto.

Film che strappa la sufficienza tutto sommato..anche se sinceramente la trama sa di già visto e non presenta di certo innovazioni particolari. Si può guardare quindi..ma si dimentica in fretta.