la bella gente (2009)

tarma semplice ,dialoghi serrati ,ottime interpretazioni ..nn bastano a farne un otttimo film causa una seconda parte un pò sconclusionata, lenta ripetititva e alla fine inconcludente ..
Germano sicuramente il migliore ..

Pochi mezzi, facile....ma non male!

L'intento del regista è lodevole: mettere a nudo le contraddizioni dei fricchettoni pseudo rivoluzionari e sessantottini, di quelli che vorrebbero cambiare il mondo, quello che è fuori dalla porta di casa, perché quello all interno di essa non si tocca. Di qui la messa in atto di una serie di buone intenzioni che la buona posizione sociale comunque permette: le conoscenze per il lavoro, i soldi per sopravvivere ma sempre lontano dalla propria casa. Alla fine è Antonio quello meno finto di tutti che però cede in ogni caso ai capricci della moglie, all'inizio quello di salvare la ragazza ed alla fine quello di czcciarla via. Da sfondo una generazione di poveracci, sempre splendidamente interpretata da Elio Germano, che si prende quello che vuole, che indifferente cammina sui sentimenti altrui, che se ne frega findamentalmente di chi li ha messi al mondo. Un film triste, per molti tratti retorico, ma fatto discretamente.

Veramente un ottima sorpresa, duro, sgradevole, sporco fino al midollo

Lascia un discreto senso di amarezza nei confronti di una ragazza che inizia come una ******* e finisce come una *******, probabilmente non in senso letterale, ma che durante la parentesi di questo presunto reinserimento, sotto i suoi occhi viene svelato il profondo egoismo che la circonda, seguendo in parte lo schema pasoliniano di Teorema. E' un ritratto di sottile perfidia dove in maniere differenti offre un ritratto di un'Italia che ha perso la capacità di condividere con gli altri e che sfrutta gli altri per liberarsi la propria coscienza. Peccato la sua mancata distribuzione e certamente più riuscito dell'ultimo lavoro di De Matteo, Gli Equilibristi.

Un pugno nello stomaco.
L'involuzione della protagonista è terribilmente verosimile: gli ideali vanno a farsi benedire, sconfitti dai pregiudizi, non c'è nessun barlume di speranza. Tutti sono orribilmente mostruosi, non si salvano nemmeno quelli che compaiono per pochi fotogrammi (ad esempio il salumiere.)

Film interessante che pone l'accento su tematiche sempre attuali.
Il ritratto della borghesia arricchita è lucido e verosimile.
La sceneggiatura è solida e gli attori offrono prove credibili, Monica Guerritore in testa; anche la regia, per quanto un po' televisiva, regge bene l'intero film.

Monica Guerritore interpreta Susanna, una psicologa cinquantenne che, nel corso di un weekend trascorso nella propria villa in Umbria, si mette in testa di aiutare una giovane prostituta a cambiare vita trascinando nell'impresa l'assai poco convinto marito Antonio Catania. La vicenda è ben raccontata e riesce a coinvolgere molto, tutti i componenti del cast sono decisamente all'altezza, da Iaia Forte ad Elio Germano. Il titolo del film, sarcastico, riflette perfettamente lo svolgimento della storia