la confessione (1970)

Altro potentissimo film dell'epoca d'oro di Costa-Gavras, quando il regista inanellava, una dietro l'altra, forti pellicole di denuncia con sceneggiature di altissimo livello. Non c'è un tassello fuori posto ed arrivi alla fine con un forte senso di oppressione.

Brillante denuncia contro il totalitarismo di stampo stalinista in cui la vicenda prende riscolti kafkiani. Il servitore dello stato, convinto nei suoi ideali comunisti, si ritrova senza apparente motivo ad esserne nemico. L'unica via di salvezza è una piena confessione di crimini mai commessi per compiacere un potere indefinito e senza volto. Sebbene sia una pellicola di una certa durata e quasi tutta in interni, Costa Gavras riesce nella difficile impresa di dare un ritmo piuttosto serrato e una fluidità eccellente.

Il film si basa sulla drammatica esperienza di Artur London accusato insieme ad altri di cospirazione contro il partito comunista in Cecoslovacchia nei primi anni '50 - Processo Slánský..
La storia del film crea atmosfere e situazioni alla Orwell\Kafka facendo emergere sopratutto quel clima di oppressione di un regime totalitario che instilla terrore per ottenere controllo usando vittime sacrificali.. Asciutto ed essenziale nella sua concretezza nel mostrare la violenza psicologica protratta nel tempo sul protagonista che a sua volta viene easurito sempre più nel fisico e nella sua volontà - ottima la prova di Yves Montand.