l'afide e la formica (2021)

La Parku è gradevole, Fiorello è bravo, la regia è sobria ma la storia non ha un iter narrativo chiaro e libero da clichè e retorica. In alcuni momenti sembra una fiction televisiva, in altri invece una sorta di manifesto generazionale che mette tanti argomenti in ballo ma nessuno appare sviscerato a dovere. Il finale è troppo manierato e inconcludente, le dinamiche non sempre vengono chiarite in maniera cristallina e i personaggi appaiono approfonditi piuttosto superficialmente. Al netto di tutto, L'AFIDE E LA FORMICA si lascia guardare senza troppi affanni, giungendo a una sufficienza tutto sommato meritata.

Bello, seppur non tra i migliori con il sempre bravissimo Beppe Fiorello. Qui è forse il solo ad esprimersi ad alti livelli, ho trovato mediocri gli altri. La trama è accettabile, ma meritava un respiro più ampio, regia e fotografia appena sufficienti.

L'afide e la formica può apparire come un classico film di genere sportivo e l'ambientazione calabrese può suggerire un contesto fatto di criminalità. Effettivamente questi elementi ci sono, ma sono funzionali alla narrazione. Sono i rapporti fra i personaggi che rappresentano il cardine di questo lavoro. Un professore che vede nella giovane studentessa un modo per riscattarsi dopo la morte prematura del figlio ad opera della malavita e che direttamente ha causato la fine del suo matrimonio. La giovane, magrebina d'origine, ma nata in Italia, un escamotage per essere come tutte le altre ragazze, allontandosi dai rigidi codici religiosi. Sicuramente c'è quell'alone da fiction televisiva, ma una fiction di una certa qualità con una buona prova di tutti gli attori. Beppe Fiorello è bravo nei panni del professore, tormentato dal dolore del ricordo che si affeziona a questa sorta di figlia adottata nel prepararla alla corsa, brava anche la Parku che nella corsa stessa vede un modo per cambiare la propria vita. Non banale e solido nella struttura narrativa.